“Nella conversione del decreto Carcere sicuro, in corso al Senato, abbiamo proposto di introdurre la figura di un Commissario straordinario che avrà il compito di attuare in tempi brevissimi il piano nazionale di interventi per l’aumento del numero dei posti per i detenuti e per la realizzazione di nuovi alloggi destinati al personale di polizia penitenziaria: questo programma edilizio sarà imponente e sarà realizzato speditamente”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, al question time della Camera. La situazione, ovviamente, coinvolge anche e soprattutto la Campania. Il garante per i diritti delle persone detenute, Samuele Ciambriello, recentemente ha parlato delle condizioni in cui si trovano i detenuti a Poggioreale e Secondigliano. Un vero e prprio inferno nel quale i detenuti devono vivere. Anche se, appare difficile, la realizzazione almeno in questa fase in Campania di una nuova struttura carceraria. “Il sovraffollamento carcerario oggi si deve affrontare in tre settori. Innanzitutto la limitazione della carcerazione preventiva: abbiamo un 30% di detenuti che sono in attesa di giudizio e statisticamente la metà di questi alla fine viene assolto, quindi la loro carcerazione si rivela ingiustificata. Poi la metà dei detenuti sono stranieri: occorre lavorare per consentire la detenzione di queste persone presso i loro luoghi di origine”, ha spiegato. “I reati non sono tutti uguali, i rei non sono tutti uguali. Noi stiamo lavorando molto alacremente per cercare di differenziare l’esecuzione della pena, che deve essere certa e deve essere espiata, non sempre nella ristrettezza delle strutture carcerarie, ma anche attraverso misure alternative”, ha sottolineato. “Non esiste un rapporto causale diretto tra i suicidi e il problema del sovraffollamento carcerario” ma “questo non significa affatto che sottovalutiamo i due problemi. I suicidi sono un fardello di dolore che noi abbiamo, ma sono eventi imprevisti e imprevedibili, che sono radicati nel mistero della mente umana. Il sovraffollamento carcerario aumenta il rischio del suicidio”, quindi “abbiamo potenziato l’opera di assistenza psicologica che secondo noi è l’unica che possa avere effetto immediato per ridurre, attenuare e individuare i fattori di rischio di questo fenomeno”. Non la pensa così, ovviamente, Antigone, associazione che difende i diritti dei detenuti: “Quei numeri sui suicidi in carcere sono spaventosi e al tempo stesso sono la punta di un iceberg, figli di una condizione di malessere che condividono migliaia e migliaia di persone che per fortuna non tutte decidono di fare quella scelta. Possiamo anche dare la colpa al sovraffollamento, al caldo, all’estate che rende le condizioni all’interno di un carcere più faticose, ma ora come ora si vive soprattutto un clima di abbandono, di totale disinteresse e con la sensazione che la situazione possa solo peggiorare. E questo non aiuta, anzi alimenta il malessere e la frustrazione non solo dei detenuti ma anche di chi in carcere ci lavora”. E’ quanto afferma Alessio Scandurra, coordinatore all’interno di Antigone dell’Osservatorio sulle condizioni di detenzione.
CRONACA
18 luglio 2024
Il ministro Nordio: «Subito nuove carceri»