«Per un torrese la Festa dei 4 Altari è storia, cultura e tradizione. Sognavo da tempo questo momento». Luigi Mennella è sindaco di Torre del Greco da un anno e con la fascia tricolore, oggi, inaugurerà la festa che rappresenta un momento di grande unione popolare e religiosa per la città.
Sindaco si sente emozionato?
«Si, ma mi faccia dire una cosa. Questa idea era nella mia testa da tempo. Ma soprattutto era nel mio programma elettorale. E io ciò che scrivo faccio».
Lo aveva annunciato un anno fa.
«A settembre organizzammo un concerto con Lina Sastri chiamandolo “Aspettando la festa dei 4 altari” e dedicando quella serata a Giovanbattista Cutolo, ucciso barbaramente a Napoli. Venne anche suo padre, Franco Cutolo che era uno che aveva fatto gli altari».
Cosa lega lei e i torresi a questa festa?
«Personalmente ho sempre detto che chi è di Torre del Greco non può non sentire dentro la festa dei 4 altari. E’ qualcosa che noi che abbiamo qualche anno in più sentiamo da piccoli. Ho iniziato la mia campagna elettorale confrontandomi con il territorio: e non sa quante persone me lo chiedevano. La gente mi ha votato, forse, anche per questo».
Che ricordo ha di questa festa nel passato? «Ricordo le passeggiate coi miei genitori e con i miei amici. Ma ricordo che quando capitava di andare fuori spesso sentivamo parlare di altre feste e sentivamo un moto di orgoglio. Volevamo che la nostra tradizione, la nostra cultura tornassero a vivere».
L’ha voluta dedicare a Raffaele De Majo, scenografo Rai, autore di tanti e bellissimi altari.
«La memoria è cultura. Purtroppo spesso ci sono pochi profeti in patria.Ma Raffaele De Majo è uno che ha dato tantissimo sia come uomo che come scenografo, ma soprattutto come artista legato a questa Festa».
Oggi si inaugura ufficialmente. Contento di quello che avete realizzato?
«Certo. Ancora di più se si tiene presente che questo comune ha una carenza di risorse umane. Ma abbiamo avuto persone che si sono dedicate anima e corpo, compreso il direttore artistico, cosa che ci ha consentito di poter dare vita a una festa che dal punto di vista tecnico è cambiata. Basti pensare che le norme sulla sicurezza, inclusi i percorsi e le vie di fuga, non sono quelli di 15 anni fa».
L’obiettivo è quello di aumentare la presenza dei turisti sul territorio?
«Questa festa nasce per essere turisticamente interessante. Io ne sto avendo un riscontro personale. Mi sono arrivati messaggi e ho visto persone che vengono dall’Argentina, da New York, Pordenone, Venezia, Torino familiari di persone legate alla nostra città. Questo è un motivo di vanto».
E’ solo il primo passo? «Abbiamo iniziato con una serie di eventi che portano fuori il nome di Torre del Greco. La tappa del Giro del Mediterraneo, il torneo internazionale di calcio, abbiamo abbellito la villa comunale e avviato i cantieri per il museo virtuale del corallo e per il polo dei saperi. Noi l’idea di città turistica ce l’abbiamo chiara in mente».
Vincenzo Lamberti