Le liste d’attesa restano il tallone d’Achille per il Servizio sanitario nazionale. Ci sono alcuni casi di tempi «estremi» dove si attendono in media, per prestazioni programmabili, 498 giorni per l’ecografia addome e 394 giorni per la visita ginecologica, oppure 427 i giorni di attesa per una visita cardiologica programmabile. Ma anche per quanto riguarda il rispetto dei tempi con i codici di priorità non va molto bene, al Nord come al Sud. Sono i dati rilevati da Cittadinanzattiva attraverso l’analisi dei siti regionali.
Un lavoro complesso, a causa delle difformità e del mancato aggiornamento dei dati sulle diverse piattaforme a cui si aggiungono le diverse modalità con cui vengono forniti, tre essenzialmente: in percentuale, ricavata dal rapporto tra il numero di prestazioni erogate nei tempi previsti dal codice di priorità e il totale delle prenotazioni; in giorni di attesa medi previsti; indicando la prima data disponibile.
L’indagine di Cittadinanzattiva si è concentrata sull’analisi dei tempi di attesa di 6 prestazioni, in tutte le Regioni: prima visita cardiologica, prima visita pneumologica, prima visita ginecologica, prima visita oncologica, ecografia addome completo, mammografia. La fotografia emersa evidenzia che da Nord a Sud ci sono difficoltà nel rispetto delle tempistiche previste dalle diverse classi di priorità (U-Urgente da eseguire nel più breve tempo possibile e, comunque, entro 72 ore; B-Breve da eseguire entro 10 giorni; D-Differibile da eseguire entro 30 giorni per le visite, entro 60 giorni per gli accertamenti diagnostici; P-Programmata da eseguire entro 120 giorni).
Fra chi indica il rispetto in percentuale dei tempi previsti dai codici di priorità B, D e P, diverse realtà sono ben al di sotto dello standard del 90% stabilito dal Piano nazionale governo liste d’attesa (Pngla): nella Asl Napoli 1 Centro, per esempio, appena il 14% delle visite oncologiche in codice B è erogato entro 10 giorni; la Asl di Bari riesce ad erogare entro i 10 giorni solo il 9% delle visite pneumologiche con codice B. Nella Asl di Caserta, altro esempio rilevato, solo il 33% delle mammografie con priorità B vengono garantite nei tempi previsti di 10 giorni mentre tutte quelle con priorità D sono erogate entro i canonici 60 giorni, se si passa al codice P la Asl in questione ne garantisce il 67% nel termine di max 120 giorni.
Cittadinanzattiva ha valutato anche i tempi medi trascorso al telefono per prenotare una prestazione sanitaria. Si va da poco più di 2 minuti fino a ben 18. In media “tempi ragionevoli” ma “difformi”, con qualche punta elevata e qualche disservizio, “tra le diverse aree del Paese”. «La nostra indagine ha evidenziato che tutte le “Regioni sono provviste di Cup, che risultano centralizzati in 13, mentre sono divisi per zone/Asl nelle restanti 7 (Calabria, Sicilia, Puglia, Campania, Veneto, Sardegna e Toscana), con altrettanti diversi numeri telefonici. I tempi di attesa per parlare con l’operatore si sono mostrati nella stragrande maggioranza accettabili: il migliore è risultato essere il Cup della regione Lazio, con soli 2 minuti e 15 secondi di attesa; a seguire i Cup di Lombardia, Puglia, Sardegna, Campania e Basilicata, con un’attesa massima sempre inferiore ai 3 minuti.