“La situazione epidemiologica in Italia al momento è sotto controllo poiché non sono stati accertati casi del nuovo ceppo (clade I) di Mpox. I nostri uffici sono in costante contatto con gli organismi internazionali, per elaborare misure condivise”. È quanto dichiara Mara Campitiello, capo del Dipartimento della Prevenzione del Ministero della Salute, in una nota. “Il Ministero della Salute – aggiunge – ha attivato i canali operativi con AIFA e ISS per la pianificazione di strategie di contenimento del rischio nell’eventualità di variazione dello scenario attuale; contestualmente si sta procedendo con il rafforzamento della rete di sorveglianza diagnostica su tutto il territorio nazionale. La scorta nazionale di vaccini al momento è sufficiente a garantire il fabbisogno e stiamo elaborando una nuova circolare informativa alle Regioni con indicazioni alla popolazione e agli operatori impegnati nei siti di frontiera. Inoltre – conclude Campitiello – è in corso la valutazione dell’istituzione di un tavolo interministeriale di concerto con il Ministero degli Esteri, dell’Economia e delle finanze, degli Interni e dei Trasporti per concordare piani operativi di contrasto alla diffusione del patogeno con un approccio strategico organizzato”. Anche gli esperti appaiono cauti, al momento, su quella che potrebbe essere la diffusione della patologia. “In Italia non c’è al momento alcuna emergenza da mpox, la situazione è sotto controllo e anche il Ministero della Salute è allertato con tutti gli altri organismi europei. Vanno giustamente rafforzate le misure di sorveglianza. Conosciamo la malattia e come si manifesta ma abbiamo anche un vaccino molto efficace indicato per i soggetti a rischio. Nel 2022-23 in Italia si sono sottoposti alla vaccinazione contro il vaiolo delle scimmie 14mila persone, di queste 3.500 solo presso l’Istituto Spallanzani. Ma ripeto, le probabilità di contrarre il virus sono più alte per chi si reca in Paesi del continente africano, tra cui Repubblica Democratica del Congo, Burundi, Uganda, Kenya, Ruanda, Repubblica Centro Africana e Repubblica del Congo, tutti interessati dalla variante Clade 1b”. Così Andrea Antinori, Direttore Dipartimento Clinico Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma, commenta il caso di mpox in Svezia, il primo fuori dal continente africano. “A maggior rischio coloro che hanno contatti stretti, soprattutto sessuali, con potenziali persone infette – sottolinea Antinori – Per la popolazione generale italiana non c’è alcun pericolo, la situazione è costantemente monitorata. Tuttavia, questo non esclude a breve una circolazione di mpox anche nel nostro Paese. Ma ripeto la situazione è sotto controllo: conosciamo la malattia, come si manifesta e abbiamo un vaccino molto efficace. Certo, i numeri della vaccinazione contro mpox non sono quelli dell’anti-Covid ma perché è diretta a persone a rischio di contrarre virus tramite rapporti sessuali, una vaccinazione che è sempre aperta. Insomma, la risposta c’è e siamo pronti’’ conclude. L’allarme, però, era venuto dall’Europa: i paesi dell’Unione europea e dello Spazio economico europeo devono prepararsi a un aumento dei casi di mpox, il vaiolo delle scimmie. Lo ha dichiarato il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC). L’agenzia “raccomanda che le autorità sanitarie mantengano un alto livello di pianificazione della preparazione (…) per consentire un rapido rilevamento e risposta a eventuali nuovi casi”, ha affermato in una nota. I primi casi al di fuori dell’Africa sono stati rilevati in Svezia e Pakistan questa settimana, con l’OMS che avverte che il continente europeo dovrebbe vedere più casi importati nei prossimi giorni. La probabilità di infezione per le persone provenienti dall’Europa che viaggiano nelle aree colpite e che hanno stretti contatti con le comunità colpite “è alta”, ha avvertito l’ECDC nella sua dichiarazione. L’ECDC ritiene “molto probabile” che i paesi europei dovranno affrontare un aumento dei casi importati di clade 1 “attualmente in circolazione in Africa”. “A causa degli stretti legami tra Europa e Africa, dobbiamo prepararci a un numero maggiore di casi importati di clade 1”, ha sottolineato Pamela Rendi-Wagner, direttrice dell’ECDC. Il forte aumento dei casi legati a questa epidemia, in particolare in Africa centrale, ha spinto l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a far scattare mercoledì il suo più alto livello di allerta a livello internazionale. Da gennaio 2022 sono stati segnalati un totale di 38.465 casi di questa malattia, precedentemente nota come vaiolo delle scimmie, in 16 paesi africani, con 1.456 decessi, incluso un aumento del 160% del numero di decessi. Pierpaolo Sileri, medico e viceministro della Salute durante l’emergenza Covid, interviene sull’allarme lanciato dall’Oms in merito alla diffusione del vaiolo delle scimmie: “I rischi per noi sono al momento limitati”, commenta Sileri. “Chiaramente – spiega l’ex ministro del governo Conte – sarà possibile l’importazione di casi come avvenuto in Svezia e verosimilmente questo avverrà anche per altri Stati”. Secondo il medico, “la modalità di trasmissione è tale che una corretta informazione, il rafforzamento della sorveglianza come già indicato dal Ministero, e le strategie condivise messe in campo ne argineranno la diffusione”. “Anche se il rischio di epidemia in Europa è considerato ancora basso e le nostre autorità sanitarie sono rassicuranti sulla costante vigilanza, chiediamo al ministro della Salute Schillaci di promuovere nelle forme che riterrà più idonee maggiori informazioni sulla natura di questo virus e sulle modalità dei contagi, visto che l’Oms ha dichiarato lo stato di emergenza”. Così la capogruppo di Avs Zanella.
CRONACA
17 agosto 2024
Vaiolo delle scimmie, un caso in Europa. Il ministero della Salute «Tutto sotto controllo»