Pena da 1 a 5 anni di reclusione e multa di 10mila euro per chi aggredisce il personale sanitario all’interno degli ospedali, strutture socio-sanitarie residenziali o semiresidenziali pubbliche o private. È quanto previsto nella bozza del decreto legge contro le aggressioni ai medici. Il dl dispone modifiche all’articolo 635 del Codice penale che disciplina il reato di danneggiamento, prevedendo la reclusione da 1 a 5 anni e la multa di 10mila euro quando il reato sia commesso all’interno o nelle pertinenze di strutture sanitarie o socio-sanitarie residenziali o semiresidenziali, pubbliche o private. Le pene si applicano nei casi in cui venga “distrutto, disperso, deteriorato o reso, in tutto o in parte, inservibili cose ivi esistenti o comunque destinate al servizio sanitario o socio-sanitario”. Si prevede inoltre un aumento della pena qualora il fatto sia commesso da più persone riunite. Il Ministero della Salute, di concerto con il ministro dell’Interno, adotta “apposite linee guida anche con riguardo all’utilizzo dei dispositivi di videosorveglianza nelle strutture presso cui opera il personale sanitario”. È quanto prevede l’articolo 3 della bozza del decreto legge per contrastare le aggressioni a medici e infermieri. La disposizione risponde all’esigenza di assicurare un maggiore controllo all’interno delle strutture sanitarie. Il comma 2 stabilisce che i sistemi di sorveglianza siano segnalati mediante appositi cartelli informativi, nel rispetto del regolamento europeo sulla protezione dei dati e del provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali in materia di videosorveglianza dell’8 aprile 2010. Ciò consentirà agli interessati di essere informati sull’esistenza di un sistema di videosorveglianza attivo nell’area in cui stanno per accedere e di essere edotti di tutte le informazioni prescritte in materia di privacy al momento dell’accesso nella zona videosorvegliata. Le reazioni. Il Dl anti-violenze in Cdm “è quello che avevamo chiesto per quanto concerne la risposta all’attuale emergenza aggressioni. Sono tutte deterrenze, ma qualcosa si muove e apprezziamo la velocità con cui si è mosso il ministro. Si è passati dalle parole ai fatti. Occorre però insistere su modifiche legislative perché solo le deterrenze non risolvono il problema delle violenze”. Così Pierino Di Silverio, segretario nazionale del sindacato dei medici dirigenti del Ssn Anaao-Assomed, intervenendo sulla bozza del decreto legge anti-violenze che sarà approvato dal Cdm oggi. “Noi restiamo a disposizione – aggiunge – perché solo condividendo le scelte e le azioni si può risolvere il problema delle aggressioni e dare il giusto riconoscimento sociale al medico”. “È un primo passo importante”. Cosi il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo), Filippo Anelli, accoglie l’approvazione in Consiglio dei Ministri del decreto legge che introduce nuove misure urgenti per contrastare la violenza nei confronti degli operatori sanitari e il danneggiamento delle strutture. “Il decreto è stato proposto dai ministri Schillaci e Nordio, che ringrazio e adotta finalmente l’estensione dell’arresto in flagranza differita anche alle violenze operate nei confronti dei professionisti sanitari o comunque nelle strutture sanitarie, attraverso un filmato, una videoregistrazione o qualsiasi altro strumento che consenta di poter individuare l’aggressore”, afferma Anelli. “Come noto, l’arresto in fragranza differita dà la possibilità al personale di pubblica sicurezza di poter arrestare entro le 48 ore il soggetto che ha procurato violenza e quindi di assicurarlo alla giustizia” spiega. “Il decreto introduce anche multe pecuniarie fino a 10.000 euro per chi produce qualsiasi tipo di violenza e di distruzione di suppellettili o di ambienti nelle strutture sanitarie”, prosegue il presidente Fnomceo. “Crediamo che il Governo ora debba dare delle precise indicazioni alle Aziende Sanitarie e alle Regioni perché adottino sistemi di videosorveglianza, utilizzando eventualmente anche i fondi del Pnrr, per poter consentire a questa norma di diventare realmente efficace” dichiara Anelli. “Il via libera del Consiglio dei ministri al decreto contro le aggressioni al personale sanitario, proposto dal ministro Schillaci, segna un cambio di passo effettivo, perchè restituisce finalmente importanza e centralità a chi si occupa della salute di tutti i cittadini e dà valore alle strutture in cui ogni giorno si garantisce assistenza e cura. Siamo soddisfatti delle misure approvate che, con buon senso e dopo anni di richieste, lanciano un messaggio chiaro: chi rompe paga, chi aggredisce viene punito anche ‘in differita’ e se il reato è commesso da più persone la pena è ancora più pesante”. E’ il commento di Giovanni Migliore presidente della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere. “A questa situazione, Fiaso risponde con una fotografia aggiornata dei nostri pronto soccorso, da cui emerge una grande consapevolezza da parte delle aziende sanitarie rispetto all’emergenza violenza insieme alla necessità di offrire sempre piu’ protezione a pazienti e personale. In sette strutture su dieci è infatti già operativo personale di sorveglianza coadiuvato da sistemi elettronici di telecamere e in oltre metà dei nostri pronto soccorso sono presenti presidi fissi di Polizia. In Italia sono 615 i pronto soccorso e accolgono ogni anno oltre 18,7 milioni di pazienti. Ospedali e aziende sanitarie sono già pronte, ora bisogna dare rapida applicazione alle nuove misure e fornire mezzi e indicazioni a chi ancora non ha tutte le condizioni per una maggiore sicurezza. E’ necessario anche impegnarsi per prevenire gli episodi di violenza nei luoghi di cura, riprogettando l’offerta dei servizi a partire dai pronto soccorso e collaborando attivamente con le forze di polizia per l’analisi del rischio” dichiara Giovanni Migliore.
CRONACA
28 settembre 2024
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