Napoli. L’inquinamento atmosferico è associato a un aumento dei ricoveri in ospedale per malattie fisiche e mentali. Lo dimostra uno studio pubblicato di recente su BMJ Open. I ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 200.000 persone di età pari o superiore a 17 anni, monitorando la loro salute e i ricoveri ospedalieri per tutte le cause, per malattie cardiovascolari, respiratorie, infettive, mentali e disturbi del comportamento, avvenuti tra il 2002 e il 2017.
Hanno quindi confrontato le informazioni ottenute con i livelli di quattro inquinanti prodotti dal traffico stradale e dall’industria nell’area di residenza di ciascun partecipante: biossido di azoto (NO2), biossido di zolfo (SO2), particolato con diametro di almeno 10 μm (PM10) e particolato di dimensioni pari o inferiore a 2,5 μm (PM2,5).
Durante il periodo di studio, i livelli medi di queste sostanze sono stati rispettivamente di 12, 2, 11 e 7 μg/m3. Nel caso di NO2 e PM2,5, i livelli medi annuali erano superiori alla soglia raccomandata dalle linee guida OMS del 2021. L’esposizione cumulativa a NO2, PM10 e PM2,5 è stata associata a una maggiore incidenza di ricoveri ospedalieri per tutte le cause e per malattie cardiovascolari, respiratorie e infettive. Il tasso di incidenza delle malattie respiratorie, in particolare, è aumentato rispettivamente del 4% e dell’1% per ogni aumento di 1 μg/m3 di PM2,5 e NO2.
L’SO2 è stato associato principalmente a ricoveri per malattie respiratorie, mentre l’NO2 sarebbe legato a una maggior richiesta di cure ospedaliere per malattie mentali e disturbi del comportamento. Questi risultati dimostrano la necessità di restrizioni ambientali più severe per contenere l’impatto dell’inquinamento sulla salute pubblica. “Le politiche e gli interventi sull’inquinamento atmosferico attraverso regolamenti ambientali più severi, la pianificazione a lungo termine e il passaggio alle energie rinnovabili potrebbero contribuire ad alleggerire l’onere dell’assistenza ospedaliera nel lungo periodo”, affermano gli autori. “In particolare, le politiche volte a rendere le zone a emissioni zero (cioè piccole aree in cui sono ammessi solo veicoli, pedoni e biciclette a emissioni zero) più abbondanti in Scozia, soprattutto nella fascia centrale della Scozia, dove si trovano città trafficate e più inquinate come Glasgow ed Edimburgo, migliorerebbero la qualità dell’aria e a loro volta ridurrebbero l’onere dell’assistenza ospedaliera in quelle città”.