La popolazione detenuta continua a crescere. Al 16 dicembre 2024, in Italia erano 62.153 le persone detenute, a fronte di una capienza regolamentare di 51.320 posti. Di questi posti, però, 4.462 in effetti non erano disponibili, per inagibilità o manutenzioni, e dunque la capienza effettiva scende a circa 47.000, per un tasso di affollamento del 132,6%. Sono alcuni dei numeri contenuti nel report di fine 2024 diffuso dall’Associazione Antigone, che definisce “insostenibile” il tasso di crescita della popolazione detenuta: “un anno fa, alla fine del 2023, i detenuti erano 60.166, circa 2.000 in meno di oggi e da allora i posti detentivi effettivamente disponibili sono diminuiti significativamente”. A San Vittore a Milano l’affollamento effettivo ha raggiunto il 225%, a Brescia Canton Monbello il 205%, a Como e a Lucca il 200%, a Taranto il 195% e a Varese il 194%: “sono ormai 59 gli istituti con un tasso di affollamento superiore al 150%, prevalentemente le grandi case circondariali metropolitane, quelle in cui si registra il numero più alto di ingressi e le maggiori tensioni. Strutture in cui l’usura dei luoghi e delle persone rende la situazione piu’ critica ogni giorno che passa”. “Al sovraffollamento – denuncia Antigone – da sempre i governi hanno risposto ventilando la costruzione di nuove carceri. Ma mentivano, sapendo di mentire. Sostanzialmente gli spazi detentivi ufficialmente disponibili sono sempre gli stessi: erano 50.228 alla fine del 2016, sono 51.320 al 16 dicembre 2024. Circa 1.000 in più, ma intanto i detenuti sono 8.000 in più. Da quando poi è entrato in carica questo governo, la capienza è ulteriormente diminuita. Non tanto quella ufficiale, rimasta sostanzialmente invariata, quanto quella effettiva, a cui vanno sottratti i posti detentivi non disponibili”. L’incuria, il sovraffollamento e gli incidenti che si registrano in continuazione rendono gli spazi “sempre piu’ invivibili, come abbiamo avuto modo di osservare anche durante molte delle nostre visite. Nelle 87 carceri visitate dall’Osservatorio di Antigone negli ultimi dodici mesi in 28 istituti, il 32%, c’erano celle in cui non erano garantiti 3 mq calpestabili per ogni persona detenuta”. Cattive notizie anche sul fronte del personale. I funzionari giuridico pedagogici (educatori) erano in media uno ogni 87 detenuti nel 2022, sono diventati uno ogni 76 detenuti nel 2023, ed uno ogni 68 nel 2024. Ma restano, come è intuibile, “numeri del tutto inadeguati per garantire percorsi di reinserimento sociale efficaci”. Anche se si guarda al personale di polizia penitenziaria si registra un calo in rapporto alle presenze. C’era in media un agente ogni 1,7 detenuti nel 2022, uno ogni 1,9 detenuti nel 2023 ed uno ogni 2 detenuti quest’anno. La percentuale delle persone straniere tra i detenuti nelle carceri italiane, costantemente cresciuta fino alla metà degli anni duemila, arrivando al 37,5% alla fine del 2007, è da allora in calo, pari al 31,9% al 13 dicembre 2024. Lo rileva l’Associazione Antigone nel suo Report di fine anno, ricordando come in ogni caso misurare il tasso di criminalità egli stranieri attraverso le loro presenza in carcere sia “fuorviante, avendo gli stranieri notoriamente piu’ difficolta’ degli italiani ad accedere alle misure alternative”. Secondo l’Istat, al 1 gennaio 2023 risiedevano nel nostro Paese circa 5 milioni di stranieri, che costituivano l’8,7% della popolazione residente totale: nel 2007 erano meno di 3 milioni. Il tasso di detenzione degli stranieri dunque “è drasticamente in calo”. “Molti notano – si legge nel Report – come questo sia comunque più alto di quello degli italiani, se appunto è vero che gli stranieri costituiscono l’8,7% della popolazione e il 31,9% dei detenuti. Ma anche questo è un confronto fuorviante. La popolazione detenuta è composta in larghissima maggioranza da uomini, giovani ma non giovanissimi, provenienti in maggioranza dalle aree piu’ povere del Paese. Se il tasso di detenzione in Italia è di circa una persona su 100.000, questo tasso, se si guarda ad esempio solo ai maschi tra i 35 e i 39 anni, schizza a 4,5 persone ogni 100.000. Se si guarda solo ai maschi residenti in Campania, questo tasso è di 3,2 persone ogni 100.000. Maschi, giovani e poveri. Un profilo assai più diffuso tra i migranti rispetto alla popolazione generale, e realisticamente tra le persone con questo profilo il tasso di criminalità degli stranieri non è molto diverso da quello degli italiani”. Dall’inizio del 2024, secondo Ristretti Orizzonti, in Italia si sono tolte la vita 88 persone detenute. Mai si era registrato un numero così alto: superato addirittura il tragico primato del 2022 che, con 84 casi, era stato fino ad ora l’anno con più suicidi in carcere di sempre. E’ quanto rende noto l’Associazione Antigone nel suo Report di fine anno. Oltre ai suicidi – rileva il Report – il 2024 e’ stato in generale l’anno con il maggior numero di decessi. Se ne contano 243 da inizio gennaio. Delle 88 persone morte suicide, due erano donne, una detenuta a Torino e una a Bologna. Molti sono i suicidi commessi da persone giovanissime. Nel 2024 se ne contano almeno ventitrè di età compresa tra i 19 e i 29. Tante le persone straniere, almeno 40. Secondo il Garante nazionale delle persone private della libertà nazionale, più della metà delle persone toltosi la vita in carcere erano coinvolte in altri eventi critici. Tra queste, 21 avevano precedentemente messo in atto almeno un tentativo di suicidio. Molte le persone con disagio psichico e con passati di tossicodipendenza. Almeno 20 erano senza una fissa dimora. Gli istituti in cui sono registrati più suicidi sono le Case circondariali di Genova Marassi, Napoli Poggioreale, Prato e Verona. In ognuno di questi istituti si sono uccise 4 persone. Seguono, con 3 suicidi, le Case Circondariali di Cagliari, Parma, Pavia, Roma Regina Coeli, Teramo e Venezia. Le sezioni piu’ interessate dal fenomeno suicidario sono quelle a custodia chiusa, dove sono avvenuti quasi l’80% dei casi.
CRONACA
23 dicembre 2024
Emergenza carceri, boom di suicidi: la popolazione in cella cresce ogni anno