Affrontare un testo complesso come “American Buffalo” di David Mamet richiede coraggio, dedizione e una profonda intesa tra gli interpreti. La compagnia Satyricon, sotto la regia di Francesca Annunziata, ha trasformato un’opera densa di significato in una rappresentazione cruda, umana ed autentica: «Credo che la mia presenza nelle vesti di regista abbia portato un tocco di eleganza, intelligenza e ironia che solo una donna può aggiungere. Inoltre, ho sempre ritenuto che i contrasti siano fondamentali per creare dinamiche interessanti, e in questo caso il confronto tra tre uomini e una donna ha arricchito il lavoro». I tre attori, insieme alla regista, hanno vissuto un’esperienza profondamente formativa e stimolante. “American Buffalo” è un testo intrinsecamente maschile, ma la presenza e il contributo di Francesca, una figura femminile di grande incisività, hanno permesso di portare maggiore ordine e struttura a quest’opera complessa. Il dramma si svolge interamente nel negozio del rigattiere Don, tutta la storia è incentrata attorno ad una moneta americana con la testa di un bufalo, venduta ad un collezionista per una somma apparentemente modesta. Quando Don sospetta che la moneta valga molto di più, decide di riappropriarsene con l’aiuto di due amici: Roberto, detto “O Guaglione” e Teach, soprannominato “Prufessor”. Tra strategie improvvisate, tensioni crescenti e alleanze instabili, la vicenda esplora il valore dell’amicizia e la sete di potere. La regista ha voluto reinterpretare l’opera lasciando spazio alla creatività degli attori, ma sempre nel rispetto del testo originale: «Mi sono ispirata al film con Dustin Hoffman e ad altre rappresentazioni teatrali, ma ho voluto che ogni attore portasse qualcosa di suo nel personaggio. Ogni scena è stata costruita come un quadro visivo, in cui luci, gesti e scenografia si fondono per trasmettere emozioni anche oltre le parole. Io e miei ragazzi ci siamo immersi nei nostri ruoli con grande dedizione, affrontando le complessità dei dialoghi criptici di Mamet e i tratti psicologici dei personaggi». Luigi Loreto, interprete di Teach, ha vissuto un processo di riflessione incessante sul suo personaggio: «Pensavo a Teach ovunque: al bar, prima, durante e dopo le prove. È stato un continuo dialogo con me stesso e con i miei colleghi. L’aspetto più affascinante di Teach, per me, è stata la sua incredibile complessità emotiva. È un personaggio in cui convivono molteplici personalità che sembrano lottare costantemente tra loro. Da un lato è diretto, schietto, quasi brutale nel suo modo di fare; dall’altro, è profondamente insicuro, costantemente alla ricerca di conferme dagli altri. Questo contrasto così marcato e pieno di sfaccettature mi ha immediatamente attratto e spinto a innamorarmi del mio personaggio, rendendo il processo di interpretazione una sfida ricca e stimolante». Luca Grassano invece, interpreterà Don, un personaggio che racchiude una bontà paterna ma anche un lato oscuro: «Mi sento simile a Don nella sua bontà d’animo e nella voglia di insegnare qualcosa ad un amico più giovane, ma diverso nella sua ambiguità e nei suoi lati negativi. Il momento più emozionante, per me, è stato senza dubbio interpretare la scena finale. In quel momento, il mondo dei personaggi si sgretola completamente, portando finalmente alla luce tutta la loro fragilità e umanità. È una scena densa di significato, una sorta di resa dei conti emotiva, e proprio per questo ho amato ogni istante trascorso a provarla e riprovarla, cercando di coglierne ogni sfumatura. Mi sono anche divertito moltissimo a costruire la scenografia del “mio” negozio da rigattiere. Ogni dettaglio, ogni oggetto, è stato scelto e posizionato con cura, per creare un ambiente che non fosse solo realistico, ma che riuscisse anche a raccontare una storia. Questo processo ha arricchito enormemente la mia interpretazione, aiutandomi a immergermi completamente nella realtà del personaggio». Nello Nunziata, si calerà nei panni del giovane Roberto: «Sono entrato nel progetto in corso d’opera, trovandomi a lavorare con attori che avevano già avviato il loro percorso. I miei colleghi mi hanno supportato tanto, aiutandomi non solo a calarmi nel personaggio, ma anche a dare un contributo significativo al miglioramento del risultato finale. Per calarmi nei panni di Roberto, un giovane di strada napoletano, ho dovuto lavorare sulla spensieratezza e sull’energia tipiche dell’adolescenza, un mondo lontano dalla mia realtà. Ho deciso di creare una sorta di diario di bordo per il personaggio, scrivendo i pensieri che Roberto avrebbe potuto avere dopo ogni scena. Questo esercizio mi ha permesso di staccarmi completamente dalla mia personalità e di immergermi in quella di Roberto, costruendo una connessione profonda con lui. Tra tutte le scene, la mia preferita è senza dubbio la conclusione del secondo atto. In quel momento, Roberto si trova faccia a faccia con le conseguenze delle sue azioni, un punto di svolta fondamentale che segna una trasformazione decisiva nel personaggio. È stata una scena intensa ed emozionante, che mi ha permesso di esplorare a fondo la sua vulnerabilità e complessità». «Non si tratta solo di amicizia e tradimento, ma di una lezione sulla resilienza, che ci spinge a non perdere mai la speranza, a prescindere dal nostro status sociale o dalla condizione in cui ci troviamo. Lo spettacolo si rivelerà un’esperienza teatrale dirompente, in cui il realismo più spietato si fonde con una comicità pungente, capace di strappare un sorriso che, a ben guardare, cela una riflessione più profonda», conclude la regista Annunziata. La compagnia teatrale Satyricon andrà in scena al Teatro Di Costanzo – Mattiello di Pompei il 28 dicembre alle ore 20:30. Un gruppo che con la sua straordinaria passione è riuscito a infondere nuova vita a un testo che sfida le convenzioni, trasformandolo in un’opera di grande intensità emotiva. In questo spettacolo, non è solo la parola a farsi veicolo di un messaggio potente, ma anche l’energia che sprigiona dal palcoscenico. Un messaggio che racconta un’umanità spesso fragile, ma dotata di una forza interiore capace di sovvertire ogni destino.
CRONACA
27 dicembre 2024
Satyricon rilegge «American Buffalo» di David Mamet