Il 78,97% delle strutture ricettive risulta in possesso del Codice Identificativo Nazionale (Cin). La Campania non è tra le regioni più attive e le sanzioni applicabili a partire da oggi variano da euro 800 a euro 8.000 in caso di strutture o immobile privi di Cin e da 500 a 5mila euro in caso di mancata esposizione del Cin.
«Il codice identificativo nazionale è uno strumento utile, che auspichiamo contribuisca alla bonifica di un mercato che purtroppo è ancora inquinato da situazioni sommerse, illegali o borderline». E’ l’auspicio di Federalberghi. «Il Cin nazionale sarà utilizzato anche sul fronte della trasparenza fiscale. La legge di bilancio 2025, in vigore da ieri, ha infatti previsto l’indicazione del Cin nelle dichiarazioni fiscali e nella dichiarazione unica nonché nelle comunicazioni concernenti le transazioni effettuate sui portali, che gli intermediari devono inviare annualmente all’Agenzia delle Entrate».
Federalberghi e le associazioni territoriali degli albergatori, con il supporto del ministero del Turismo e delle Regioni, hanno fornito assistenza a migliaia di strutture che risultavano prive del codice, assistendole nel percorso di perfezionamento della pratica. Le difficoltà riscontrate, spiega Federalberghi – sono in prevalenza attribuibili alle imprecisioni contenute nei data base che hanno alimentato la banca dati nazionale. Ad esempio, se gli estremi della struttura o del titolare non sono esatti o aggiornati, il sistema non consente l’abbinamento automatico delle richieste.
“Nell’invitare i ritardatari a non indugiare, confidiamo che il periodo di rodaggio sia ispirato da un principio di ragionevolezza, salvaguardando la posizione di tutti coloro che, pur non essendo ancora in possesso del Cin, possano dimostrare di aver presentato la richiesta” conclude.