“A Napoli notiamo un cambio generazionale nell’ambito della criminalità organizzata. Diminuisce l’età dei minori che commettono reati e diminuisce l’età di soggetti ai vertici delle organizzazioni camorristiche”. A parlare è il procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, intervenuto oggi nella seduta della commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e delle altre associazioni criminali. “Se è una costante l’abbassamento dell’età di chi commette reati di camorra – ha aggiunto – c’è da pensare che le indagini possano essere fatte sempre dalla Procura Distrettuale Antimafia anziché dalla Procura dei minori, che non ha nemmeno la sala per le intercettazioni. Se in un’indagine ci sono 4-5 minori, quale è il senso di stralciare la posizione di questi ultimi. Se statisticamente sono coinvolti sempre più minori, sarebbe il caso per economia e sinergia far sì che l’intera indagine la faccia la Procura Distrettuale Antimafia”. “Chiedete al dipartimento dell’amministrazione penitenziaria – ha aggiunto il procuratore – perché tutti i capimafia sono a Secondigliano a farsi calare i telefonini con i droni e non almeno a 100 chilometri da Napoli “.
Parlando dei “14 protocolli sottoscritti tra una pausa e l’altra delle indagini”, Gratteri ha posto l’accento su quelli firmati con varie enti ed associazioni. Come quello con i Beni Culturali, il Paesaggio e l’Arcidiocesi: “Perché Napoli – ha sottolineato il magistrato – ha per chilometro quadrato la più alta percentuale di beni archeologici. Bene, la camorra aveva occupato abusivamente le sacrestie delle chiese chiuse. Abbiamo cacciato questi camorristi ed abbiamo eliminato gli abusi che coprivano queste strutture”. Gratteri si è poi soffermato sul protocollo firmato con l’Asl Napoli 1: “Molti detenuti cadevano dalle scale e presentavano botte da orbi addosso. La firma con l’azienda è avvenuto il 25 gennaio 2024, il Dap l’ha sottoscritto solo il 27 novembre”.