Afragola. Altri tre arresti per la rapina commissionata da un frate per coprire degli abusi sessuali. Ad Afragola, i carabinieri hanno arrestato altre tre persone coinvolte in quella che apparve da subito una rapina “anomala” che aveva sollevato il velo da una storia di abusi sessuali sotto ricatto: in sei erano stati arrestati dai carabinieri tra cui anche due frati.
Per loro l’accusa è di violenza sessuale, mentre per altri quattro arrestati il reato contestato era di rapina aggravata e rapina aggravata in concorso.
Quella rapina, messa a segno con violenza, da due uomini armati di mazze e coltelli, aveva fruttato ‘solo’ dei cellulari. Un bottino da poco, tenuto conto delle modalità.
In quei cellulari erano nascosti video, foto e chat ‘compromettenti’ a sfondo sessuale che riguardavano dei frati. Ora, a distanza di sei mesi, quelle indagini hanno portato a nuovi arresti: ai domiciliari sono finiti un 52enne e due 20enni.
L’indagine partì dalla denuncia delle vittime, due uomini che, lo scorso aprile, erano stati rapinati. Alcune persone, con il volto travisato e armati di mazze e coltelli, avevano fatto irruzione nelle loro abitazioni, sfondando la porta di ingresso. I malviventi avevano portato via solo i telefoni cellulari prima di fuggire. Già la scorsa estate, era chiaro – per gli inquirenti – che vi fossero altre persone coinvolte in quella rapina. Nel secondo filone di indagine che ha portato oggi ai nuovi arresti.
Dopo la denuncia e alcune reticenze, i due uomini raccontano ai carabinieri quanto avevano subìto. Erano quelle violenze, documentate con chat, video e foto, il motivo per il quale il frate arrestato aveva commissionato la rapina. Una delle vittime ha raccontato di aver conosciuto frate Nicola Gildi in una chat per incontri, ‘Ciao Amigos’.
È stato lui a riferire agli inquirenti che, dopo aver conosciuto Gildi, che all’epoca era in servizio presso la Chiesa di Sant’Antonio di Teano, avevano iniziato ad avere dei rapporti sessuali in cambio di generi alimentari, sigarette e altra assistenza. Soprattutto, il giovane aveva raccontato che il frate aveva anche chiesto di presentargli altri ragazzi disposti ad avere rapporti sessuali. Era la vittima a pagare di tasca propria quegli incontri sessuali e a partecipare alle orge altrimenti il frate non lo avrebbe più aiutato. “Mi ricattava”, fa mettere la vittima a verbale nel corso della denuncia.
Quando nel 2019, il prete fu trasferito in una diversa chiesa, la Basilica di Sant’Antonio, decise di portare con sé le due vittime. In questo contesto maturarono le richieste sempre più pressanti, coinvolgendo anche del secondo religioso, padre Domenico Silvestro.Una “complessa azione predatoria, orchestrata” da Gildi che ha “richiesto il contributo” di altre 4 persone, tutte arrestate stamani, “necessaria per la nuova riuscita complessiva dell’operazione”. La rapina dei telefoni cellulari delle vittime dei frati era stata pianificata a partire dal mese di marzo. E, ad aprile, quando il colpo era stato messo a segno, Gildi aveva ringraziato uno dei rapinatori: “Ti ringrazio per questo tuo impegno nei confronti dei frati”, “ti assicuro la mia preghiera per te e per la tua famiglia. Un abbraccio e una benedizione”.