Un rito che attraversa i secoli, un’identità che resiste al tempo. A Castellammare di Stabia, la processione di San Catello non è solo una tradizione religiosa: è il simbolo di un’intera comunità, un momento di coesione che si rinnova ogni anno. Un legame profondo, reso eterno nelle immagini raccolte nel fotolibro di Metropolis, che racconta attraverso scatti e testimonianze la profonda devozione della città al suo santo patrono. Il volume, parte della collana I culti all’ombra del Vesuvio, è il secondo dopo quello dedicato alla Madonna della Neve di Torre Annunziata e precede il terzo, che sarà incentrato sul culto dell’Immacolata a Torre del Greco. Un progetto editoriale che intreccia fede e memoria storica, restituendo il senso più autentico delle tradizioni popolari vesuviane. Il fotolibro è stato presentato ieri nel Museo Diocesano di Castellammare, luogo simbolico situato a pochi passi dal Comune e dalla Cattedrale. Un museo che custodisce i reperti della rinascita dell’antica Stabiae dopo l’eruzione del Vesuvio, e che diventa oggi il palcoscenico di un’altra rinascita: quella di una comunità che, attraverso le sue radici, cerca un futuro di riscatto. Ad aprire la presentazione è stato il direttore del Museo Diocesano, Egidio Di Lorenzo, che ha sottolineato il valore storico e identitario di San Catello per Castellammare. «Questo museo ha una valenza duplice perché espone i primi segni della fede cattolica e le prime testimonianze di vita dopo l’eruzione del Vesuvio. – ha spiegato Di Lorenzo – Di questa storia si è occupata anche la BBC, perché l’attivismo di Castellammare è un fenomeno che merita di essere raccontato. La città viene da anni difficili e solo guardando alla propria storia, a quando tutto è stato distrutto e poi ricostruito, si può trovare la via per la rinascita. San Catello e la sua processione rappresentano un momento importantissimo per la città. Ringraziamo Metropolis per averlo raccontato». Il direttore di Metropolis, Raffaele Schettino, ha illustrato il progetto editoriale, nato per risvegliare nei cittadini l’interesse per la propria storia e identità. «Questa collana, I culti all’ombra del Vesuvio, è la seconda di Metropolis e affianca Terra Nostra. La sfida che sentiamo nostra come giornale è quella di risvegliare l’interesse per le proprie radici e di scuotere la cittadinanza. – ha evidenziato il direttore Schettino – Oggi, in un mondo così disgregato, siamo immersi nella tecnologia, ci sentiamo continuamente connessi, ma è una realtà solo apparente, perché mai come ora siamo distaccati e indifferenti. Come giornale trattiamo temi trasversali: la tradizione di San Catello, così come la nascita del Vespucci, sono storie che mettono in collegamento il territorio, e questa coesione dobbiamo perseguirla anche oggi. Dobbiamo ritrovare l’unità di una comunità disgregata e fare rete tra le istituzioni per trovare argomenti di interesse comune». Il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Vicinanza, ha evidenziato infine il significato più profondo della figura del Patrono. «San Catello è un santo antico e moderno. Antico per la sua tradizione, moderno per il suo significato, il protettore dei forestieri. Lui accoglieva tutti in un momento storico di disgregazione come quello attuale. – ha sottolineato il primo cittadino – Oggi, per ripartire, dobbiamo mettere insieme le migliori risorse. Voglio ricordare, infine, che Castellammare di Stabia è l’unica città d’Italia che, pur non essendo capoluogo di provincia, è sede di un quotidiano. Un unicum da difendere, perché Metropolis è un patrimonio della nostra splendida città».
CRONACA
19 gennaio 2025
Al museo Diocesano presentato il fotolibro su San Catello di Metropolis