Gli aiuti che lo Stato concedeva alle imprese finivano sui conti correnti di imprenditori che facevano parte del sistema. Un raggiro, dall’ottenimento dei fondi sino alla «distribuzione» dei finanziamenti, ricostruito dalla procura Europea di Roma che ha iscritto sul registro degli indagati tredici persone, tra cui professionisti dell’area vesuviana. Le accuse contestate dalla magistratura capitolina vanno, a vario titolo, dalla truffa aggravata all’autoriciclaggio e nel mirino della guardia di finanza di Roma sono finite numerose operazioni finanziarie, ritenute illecite, e datate tra il 2021 e il 2022. Sono gli anni immediatamente successivi alla grande emergenza per il Covid, la pandemia che ci ha chiusi in casa e ha messo in ginocchio migliaia di imprese su tutto il territorio nazionale. Nel mirino dei controlli e della maxi inchiesta coordinata dalla Procura Europea sono finiti anche i finanziamenti ottenuti come risarcimento alle imprese che hanno subìto danni per via del Coronavirus. Non soltanto, anche gli aiuti alle attività per la mancata esportazione delle merci verso Russia e Ucraina sono finiti sotto la lente di ingrandimento delle forze dell’ordine.Tutto partirebbe da una società romana che nel corso degli anni avrebbe ottenuto quattro finanziamenti – per una cifra che si aggira sul milione di euro – da parte dello Stato. Dagli aiuti per la pandemia ad altri finanziamenti per il sostegno delle realtà imprenditoriali del territorio. Le richieste per l’ottenimento di fondi venivano presentate e accettate perché erano completamente alterate voci sui bilanci, sul numero di dipendenti messi in cassa integrazione e sul fatturato che in alcuni casi era stato dichiarato come dimezzata.Insomma i requisiti, con la falsificazione dei documenti, venivano rispettati e l’azienda in questione riceveva i fondi che lo Stato otteneva dall’Unione Europea. Nella seconda fase dell’inchiesta entrano in campo professionisti e imprenditori di altre regioni che facevano parte del sistema capitolino. Il denaro assegnato all’azienda veniva poi trasferito su altri conti correnti. Nel mirino della procura di Roma tredici persone, tra cui un imprenditore di San Giuseppe Vesuviano e uno di Torre del Greco che per la magistratura facevano parte del sistema illecito. Per giustificare lo stanziamento dei fondi venivano utilizzate causali fittizie che servivano per far passare inosservati i corposi bonifici. Nei giorni scorsi sono stati notificati ai responsabili gli avvisi di conclusione delle indagini, tredici persone sul registro degli indagati accusati, a vario titolo, di truffa aggravata e autoriciclaggio (i fondi erano gestiti con l’intenzione di impedirne l’identificazione).
CRONACA
20 gennaio 2025
Truffa sugli aiuti Covid alle aziende: tra i 13 indagati anche imprenditori di San Giuseppe Vesuviano e Torre del Greco