«Sant’Antuono, Sant’Antuono, pigliate ’o viecchio e damme ’o nuovo». Con questa frase beneaugurante, pronunciata gettando un oggetto vecchio nel “cippo” – il tradizionale falò dedicato a Sant’Antonio Abate, patrono dei panettieri e di tutte le professioni legate al pane – si rinnova un rito antico che invita a lasciarsi alle spalle ciò che è inutile per affrontare il futuro con nuove forze e speranze. È in questo spirito che si è svolta la seconda edizione del “FocaRione Nappi”, organizzata dall’Associazione Rione Nappi (ARN), un gruppo di giovani determinati a valorizzare e tutelare il proprio quartiere. Questi ragazzi si prodigano affinché venga tutelata, preservata l’identità del territorio, sensibilizzando la comunità sulle problematiche locali e promuovendo la coesione sociale. Il “Fucarazzo” ha preso vita nel cuore della storica zona delle locande di San Giuseppe Vesuviano, un tempo crocevia di viaggiatori, mercanti e pellegrini grazie alla sua posizione strategica tra Pompei, Scafati e San Giuseppe. Le taverne che animavano il quartiere erano non solo luoghi di ristoro, ma anche punti di scambio di informazioni, affari e storie. Oggi, con il progressivo deterioramento del tessuto produttivo, il quartiere rischia l’emarginazione, ma lo spirito di ospitalità è rimasto vivo, tramandato tra generazioni e rinnovato attraverso eventi come questo. La serata ha combinato tradizione e modernità, soddisfacendo i partecipanti sia sul piano gastronomico che culturale. Alla cucina ci hanno pensato due eccellenze della ristorazione locale: Mamma Elena e lo chef Casillo di Villa Antica, che hanno proposto piatti in grado di esaltare i sapori tradizionali con un tocco innovativo. Tra le specialità spiccavano una pasta e fagioli arricchita da crema al prezzemolo e crumble di pane, il classico panino salsiccia e friarielli, le pettole pugliesi e, per concludere, un caffè rigenerante. Sul piano culturale, la serata è stata animata dal gruppo folkloristico terzignese, che con canti e balli popolari ha creato un’atmosfera vivace e coinvolgente, culminata in uno spettacolo pirotecnico straordinario. Eventi come il “FocaRione Nappi” dimostrano che tradizioni, usanze e devozioni possono adattarsi ai tempi, mantenendo vivo il loro spirito originario. È proprio questa capacità di trasformazione a permettere il dialogo tra le generazioni, creando un ponte tra passato e futuro creando così un’identità collettiva da preservare. Come sottolinea l’ARN, non è solo il ricordo a tenere unita una comunità, ma la capacità di rinnovarsi, di affrontare le sfide e di tramandare i propri valori alle nuove generazioni. L’associazione dimostra come l’attivismo dal basso possa rappresentare un’opportunità per riscoprire e celebrare l’identità collettiva, mantenendo viva la speranza di un futuro migliore.
CRONACA
23 gennaio 2025
Al rione Nappi di San Giuseppe Vesuviano un evento tra folklore e tradizione