Proseguono le indagini sulla professoressa arrestata il 14 gennaio scorso e indagata per abusi sessuali e induzione ad atti sessuali su sette studenti minori di quattordici anni. Mercoledì mattina il pubblico ministero che sta conducendo l’inchiesta, Bianca Maria Colangelo, accompagnata dai carabinieri di Castellammare di Stabia, dalle vittime delle violenze e dai loro genitori, ha effettuato un sopralluogo nella scuola dove, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, si sarebbero verificati gli episodi al centro dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Torre Annunziata. I bimbi hanno portato gli 007 nell’aula dove si sarebbero verificate le violenze, quella che hanno sempre chiamato «La Saletta». Si tratta di una procedura, quella del sopralluogo, essenziale nella fase delle indagini preliminari e che può essere utile all’accusa per dare un’ulteriore conferma ai racconti dei bimbi, praticamente le fondamenta, fino a questo momento, di tutta l’inchiesta che fino ad ora ha portato al gennaio scorso all’arresto della professoressa e a pochi giorni fa alla conferma del gip Luisa Crasta della misura cautelare in carcere. Dalle carte dell’ordinanza di custodia cautelare, eseguita dai carabinieri di Castellammare, sono indicate tutte le fasi di una storia che ora gli inquirenti stanno cercando di approfondire. Le fonti di prova sono rappresentate, come detto prima, principalmente dai racconti delle sette vittime e da dei messaggi audio inviati dalla prof alle vittime in una chat denominata «la saletta». Partendo da queste la procura oplontina ha costruisce il castello accusatorio che vede indagata Veronica Sposito, 37 anni, per abusi sessuali e induzione al compimento di atti sessuali. Violenze che si sarebbero protratte per un anno, a partire da ottobre 2023, sino al novembre scorso quando uno dei genitori delle vittime avrebbe scoperto tutto e denunciato ai carabinieri. Il giorno dopo l’aggressione alla prof di circa 30 persone all’esterno del plesso di Scanzano, evento su cui si sta ancora indagando ma che ha segnato l’accelerata all’inchiesta dei carabinieri sulla professoressa. Dopo l’aggressione sono pervenute ai carabinieri altre sei denunce. Le vittime, ascoltate in modalità protetta, hanno poi raccontato agli inquirenti le presunte violenze subite. In particolare, secondo la versione dei bimbi, la professoressa li prelevava a gruppi per portarli nell’aula, quella indicata dalle vittime mercoledì mattina, in via ufficiosa per ripetere materie in cui avevano difficoltà. In realtà tra quelle mura sarebbe accaduto ben altro. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i bimbi che la prof “gli faceva vedere film porno”, che “gli insegnava a fare sesso” e che “li toccava e gli chiedeva di farlo tra di loro”, e che uno di loro avrebbe subito anche un rapporto orale. Episodi che sarebbero continuati a scuola sino al giorno della chiusura dell’aula imposta dalla scuola. Da quel giorno, sempre in base a quanto ricostruito, gli abusi sarebbero proseguiti in una chat, denominata appunto “la saletta”. Nei prossimi giorni, su richiesta del pm, verrà fissato l’incidente probatorio, momento in cui le vittime saranno ascoltate in tribunale per confermare i loro racconti.
CRONACA
1 febbraio 2025
Abusi su 7 studenti, sopralluogo del pm nella «Saletta»