Castellammare. Toccherà all’amministrazione guidata dal sindaco Luigi Vicinanza e soprattutto al consiglio comunale provare a risolvere un vero e proprio pasticcio creato dal settore Urbanistica del Comune di Castellammare, che rischia di costare quasi 300mila euro ai cittadini stabiesi. Il provvedimento in questione è quello che riguarda la messa in sicurezza dell’immobile terremotato di vico Visanola che – a causa del rischio crolli – ha determinato la chiusura di via Brin, per garantire l’incolumità pubblica. Un provvedimento di somma urgenza fatto a pezzi dal collegio dei revisori dei conti di Palazzo Farnese, che hanno messo in rilievo diverse criticità rispetto all’iter burocratico seguito dagli uffici. Per comprendere bene la questione bisogna risalire a marzo 2024, quando si verificarono i primi crolli di quella palazzina terremotata e mai abbattuta. In quel periodo – quando al governo della città c’erano i commissari straordinari – fu firmata un’ordinanza che imponeva ai proprietari dell’immobile di provvedere alla messa in sicurezza entro 30 giorni. In realtà, alla scadenza del termine fissato nessuno si preoccupava di verificare se l’ordinanza fosse stata rispettata. Trascorsi nove mesi, sempre lo stesso immobile faceva registrare nuovi cedimenti, tant’è vero che i vigili del fuoco il 16 dicembre 2024 evidenziavano «l’aggravamento di dissesto statico accertato e segnalato in data 19 marzo 2024». Secondo i revisori dei conti «l’accertata inottemperanza all’ordinanza commissariale è avvenuta con notevole ritardo» mentre «un più tempestivo monitoraggio avrebbe potuto consentire all’ente di adottare iniziative più conformi al codice degli appalti ed evitare il rischio di un concreto danno alla pubblica e privata incolumità». Il collegio dei revisori contesta anche «la penuria della documentazione a corredo della pratica» che impedisce ad esempio di «conoscere se i proprietari privati diffidati siano anche stati resi edotti dell’ingente spesa che il Comune avrebbe dovuto affrontare per la messa in sicurezza». I revisori di fatto chiedono all’amministrazione di «eseguire i dovuti accertamenti e stabilire le responsabilità, anche al fine di avviare una fruttuosa azione di recupero delle spese eseguite in danno dei proprietari presuntivamente inadempienti». Il rischio che a pagare siano i contribuenti stabiesi è concreto e a questo si aggiunge la beffa di un procedimento che ha altri profili che non convincono i revisori. «Non appare motivato l’affidamento esterno della direzione lavori e della redazione del certificato di eliminato pericolo, in presenza di dipendenti aventi professionalità adeguata, con ciò risultando violato, apparentemente, l’articolo 7 in materia di conferimento di incarichi professionali da parte delle pubbliche amministrazioni». Una consulenza da migliaia di euro che il Comune poteva risparmiare? I revisori ricordano di «trasmettere la deliberazione di riconoscimento del debito, munita di tutta la documentazione a supporto, alla Procura Regionale della Corte dei Conti». @riproduzione riservata
CRONACA
3 febbraio 2025
Castellammare. Lavori in via Visanola, il pasticcio del Comune può costare 300mila € agli stabiesi