Torre del Greco. Doveva rappresentare un «presidio di legalità» in un quartiere storicamente «difficile» sotto il profilo della criminalità. Invece, a soli 10 anni dal trasloco in pompa magna nell’ex pescheria trasformata in un moderno comando di polizia municipale con i soldi dell’unione europea, i vigili urbani preparano (nuovamente) le valigie per lasciare gli uffici di largo Costantinopoli e fare ritorno nei locali al piano terra del complesso La Salle. Un dietrofront giustificato con ragioni organizzative e logistiche – la sede inaugurata a dicembre del 2013 non è più ritenuta idonea, come denunciato dai sindacati di categoria, a ospitare i caschi bianchi – ma dal sapore della sconfitta per lo Stato in una zona mai strappata alle «cattive abitudini» del passato.
Il countdown
Le «contestazioni» dei sindacati sulle condizioni della sede di largo Costantinopoli hanno solo accelerato un trasferimento già deciso dai vertici dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Luigi Mennella: i vigili urbani torneranno a occupare i locali al piano terra del complesso La Salle, dove già – appunto, fino al 2013 – c’era la sede del comando di polizia municipale. Il trasferimento consentirà di risolvere tutta una serie di problematiche legate all’organizzazione dei servizi nonché di risolvere la «grana» del parcheggio dei mezzi di servizio (e non solo) oggi ospitati negli angusti spazi dell’androne del comando. La data del trasloco non è stata ufficializzata, ma il countdown è già iniziato: «Bisognerà procedere con alcuni interventi di adeguamento e restyling dei locali individuati a palazzo La Salle – conferma il comandante Gennaro Russo – ma, a stretto giro, contiamo di procedere con il trasferimento del comando di polizia municipale presso il complesso comunale di via De Gasperi». Per l’immobile di largo Costantinopoli sono già sul tavolo diverse ipotesi per la rifunzionalizzazione a beneficio della città. «Vista la conformazione degli spazi, si potrebbe pensare a una sorta di agorà in cui organizzare eventi e spettacoli – prosegue Gennaro Russo, ex dirigente del settore cultura – ma l’ultima parola spetterà, ovviamente, all’amministrazione comunale».
Lo «sfratto» della casta
E se il comandante della polizia municipale ipotizza un «uso pubblico» dell’attuale comando dei vigili urbani, tra i corridoi di palazzo Baronale – in un momento particolarmente caldo della «guerra dei gettoni» in corso tra il segretario generale Domenico Gelormini e i consiglieri comunali di maggioranza e opposizione – si fa largo la pista del trasferimento della casta nell’ex pescheria. Una vera e propria «ingiunzione di sfratto» da palazzo Baronale – sede istituzionale del Comune – in cui resterebbero solo il sindaco Luigi Mennella e i suoi fedelissimi. Ma dietro l’apparente «schiaffo» ai politici democraticamente eletti ci potrebbe anche essere la volontà di «spostare» le cinque commissioni consiliari dallo stretto controllo del segretario generale, in modo da spegnere i riflettori sul «funzionamento» degli organismi politici dal costo di 30.000 euro al mese a spese dei contribuenti. Insomma, lontano dagli occhi e lontano dai controlli.
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