La maggior parte dello spreco alimentare avviene fra le mura domestiche, è proprio dal frigorifero della propria abitazione che deve cominciare la correzione di un difetto diventato ormai una vera e propria emergenza. A lanciare l’invito è la Coldiretti Campania, in occasione della giornata dello spreco che ricorre il 5 febbraio. La maggior parte degli sprechi avviene nelle case dei consumatori e nella parte finale della filiera (1,05 miliardi di tonnellate) rispetto alla produzione primaria e l’industria (666 milioni di tonnellate di cibo). Un trend in crescita del 13%. A pesare sugli sprechi sono anche l’attuale modello della distribuzione delle risorse alimentari e gli squilibri causati dal declino dei sistemi alimentari locali basati sull’agricoltura familiare, che necessitano di essere sostenuti e rilanciati. Dati diffusi dalla Coldiretti, sulla base di un’analisi su dati Unep resa nota proprio in occasione della Giornata contro lo spreco. Ogni secondo che passa nel mondo l’equivalente di quasi dodicimila pasti finisce nella spazzatura, con un impatto pesante dal punto di vista economico e della sostenibilità ambientale, oltre che da quello etico, considerato l’aumento delle persone affamate. Secondo le stime della Fao, il cibo perso e sprecato potrebbe, sfamare ogni anno 1,26 miliardi di persone. Secondo elaborazioni del Centro Studi Divulga, vengono sprecati o persi oltre 1,7 miliardi di tonnellate di cibo all’anno per un valore economico che sfiora i 4.500 miliardi di dollari a livello mondiale. Si tratta di circa un terzo dei 6 miliardi di tonnellate di cibo disponibile. Nell’ultimo anno, si registra peraltro – spiega Coldiretti – una crescita dell’8% del costo economico dovuto agli sprechi, a fronte di un incremento del 6,6% dei volumi complessivi. L’agricoltura e l’industria alimentare hanno visto una riduzione delle perdite (-2,2%), Se non assisteremo ad un reale cambio di passo, secondo il Centro Studi Divulga entro il 2033 i dati potrebbero peggiorare con una perdita aggiuntiva di cibo quantificabile in 230 milioni di tonnellate in più di cibo sprecato rispetto al periodo attuale. La crescente povertà alimentare del Paese viene messa in evidenza dal rapporto ‘Il caso Italia 2025’ predisposto dall’Osservatorio Waste watcher international. Nel cestino dei rifiuti – viene spiegato – gli italiani buttano infatti prodotti alimentari, soprattutto pane e verdure, per 130 euro a testa all’anno (più di 88 grammi al giorno di cibo). Insomma “meno attenti nella gestione del cibo a casa ma comunque preoccupati per la possibilità di accedere al cibo sano e sostenibile”. Inoltre “le buone pratiche con cui avevamo familiarizzato” durante la pandemia da Covid-19 sono “oggi un po’ in disuso”. E’ infatti in salita “l’asticella dello spreco alimentare domestico: gettiamo ogni giorno 88,2 grammi di cibo ovvero 617,9 grammi a settimana. In testa allo spreco la frutta fresca con 24,3 grammi a settimana, il pane con 21,2 grammi, le verdure con 20,5 grammi, l’insalata (19,4 grammi) e le cipolle, l’aglio e i tuberi (17,4 grammi)”. Se lo spreco alimentare domestico vale 130,71 euro pro-capite ogni anno, “lo spreco di filiera del cibo in Italia costa complessivamente 14,1 miliardi, pari a un peso di 4,513 milioni di tonnellate di cibo gettato nelle pattumiere. Il 58,55% del costo dello spreco di filiera arriva dalle nostre case, il 28,5 % nelle fasi di commercializzazione del cibo”. L’obiettivo numero 12 dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite è dimezzare lo spreco alimentare globale pro-capite, sia nella vendita al dettaglio che nelle case dei consumatori, e ridurre le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura. E per questo che – spiega Andrea Segrè, fondatore della Giornata nazionale – “nel 2025 viene lanciata una sfida a tutti gli italiani per arrivare nel 2030 a uno spreco pro-capite di 369,7 grammi settimanali, ovvero la metà dei 737,4 grammi registrati 10 anni fa al momento dell’adozione dell’Agenda 2030, dobbiamo tutti tagliare ogni anno dal 2025 al 2029 circa 50 grammi di cibo”.
CRONACA
5 febbraio 2025
La battaglia di Coldiretti: «Stop allo spreco alimentare»