Castellammare. La sorgente di Visanola mette a rischio l’intero quartiere che affaccia sul borgo marinaro dell’Acqua della Madonna a Castellammare di Stabia. I tecnici che sono intervenuti sul posto negli ultimi mesi hanno rilevato un’esondazione dell’area della sorgente, che ha reso pressoché inutile la canalizzazione realizzata anni fa dalla Regione Campania. E’ stata proprio l’espansione della falda ad aggravare la situazione del palazzo terremotato di via Visanola, che ha costretto il Comune – ad inizio dicembre – a sgomberare alcune famiglie ed a predisporre la chiusura al traffico di via Brin. Ma il problema è tutt’altro che risolto ed è una «questione che riguarda l’intero ambito urbano, che è interessato dal dissesto», spiega l’assessore Giuseppe Guida annunciando «abbiamo già stanziato 120mila euro per fare le indagini e realizzare un progetto di messa in sicurezza». Per farla breve, l’acqua oggi scorre sotto i palazzi della zona del centro storico di Castellammare di Stabia e a Palazzo Farnese, come sostenuto dal dirigente Guglielmo Pescatore nel corso dell’ultimo consiglio comunale, se ne sa poco o nulla. «Non sappiamo se sono stati creati ulteriori accessi dell’acqua e questa situazione dev’essere attentamente indagata», ha spiegato il dirigente aggiungendo «bisognerà avviare un tavolo tecnico per definire la modalità di irrigimentazione della sorgente – ha detto Pescatore – Se non partiamo dalla captazione della sorgente, il problema non si risolverà mai». Una situazione di pericolo nel centro storico di Castellammare che si aggiunge alle già note vicende che riguardano la mancata messa in sicurezza del versante stabiese del Monte Faito e dei numerosi palazzi terremotati che ci sono nel quartiere. Questioni che tirano in ballo la stessa Regione Campania, tant’è vero che proprio il dirigente all’Urbanistica ha spiegato che «l’intervento definitivo dovrà vedere impegnati anche i soggetti che hanno la responsabilità della sorgente». La Regione, appunto. La condizione di rischio che pende come una spada di Damocle sui residenti della zona di Visanola è venuta fuori nell’ambito di un consiglio comunale in cui si discuteva proprio l’approvazione di un debito fuori bilancio da circa 300mila euro per i lavori necessari alla messa in sicurezza di un palazzo terremotato, che nell’ultimo anno è stato oggetto di ripetuti cedimenti. Il Comune ha deciso di intervenire con una procedura di somma urgenza, ma l’iter seguito dagli uffici e la delibera approvata dalla giunta che dava il via libera all’approvazione in aula, è stato fortemente contestato dai consiglieri comunali. Una discussione di oltre due ore che ha visto la maggioranza riuscire a spuntarla con appena 13 voti a favore. Il timore di un possibile danno erariale ha spaccato il Partito Democratico, tant’è vero che non hanno partecipato all’assise i consiglieri Sandro Ruotolo e Giovanni Tuberosa. E addirittura per la prima volta dall’inizio dell’esperienza amministrativa del sindaco Luigi Vicinanza, la maggioranza ha registrato due voti contro dagli alleati. Maurizio Apuzzo (Base Popolare) e Nello Cuomo (Futuro Democratico) hanno votato “no” al provvedimento. Apuzzo ha spiegato in aula che «l’intervento dei revisori dei conti non ha fugato i dubbi rispetto alla legittimità di questa procedura che sarà valutata dalla Corte dei Conti». Cuomo invece si è lamentato per «una delibera ingolfata», sostenendo che «quest’atto andava fermato prima che venisse votato in giunta, perché ci sono molti lati oscuri», e lanciando un messaggio al sindaco Luigi Vicinanza «sarebbe molto importante coinvolgere il consiglio anche nelle attività della giunta». A precedere l’intervento degli esponenti della maggioranza era stato il presidente del Collegio dei revisori dei conti, Carmine Cossiga, rispondendo a chi chiedeva rassicurazioni che «il manto della verginità non esiste in questa vicenda, dietro il debito fuori bilancio potrebbero esserci delle responsabilità». La prova di fedeltà offerta dai tredici consiglieri comunali che hanno voluto farsi carico di approvare il provvedimento è stata fornita in cambio dell’impegno garantito dal Comune «ad avviare azioni di recupero del debito», nei confronti dei proprietari dell’immobile terremotato o forse proprio della Regione Campania. Molto critica la posizione della minoranza che attraverso i consiglieri Antonio Cimmino, Pasquale D’Apice e Mario D’Apuzzo hanno accusato l’amministrazione di «gettato le basi per il riconoscimento di un possibile danno erariale seguendo una procedura non giustificabile».
CRONACA
8 febbraio 2025
Castellammare. Visanola, rischio crolli: la sorgente esondata minaccia il quartiere