Nocera Inferiore. “Solo dichiarazioni senza riscontro”. E’ uno dei motivi per le assoluzioni stabilite dal gup Claudia Masucci del Tribunale di Nocera Inferiore sui presunto fallimenti pilotati accogliendo la richiesta del pubblico ministero Marco Fiorillo che aveva ereditato l’inchiesta da Anna Chiara Fasano.
Decisione dopo la camera di consiglio dello stesso gup dopo l’opposizione (delle parti offese) alla richiesta di archiviazione presentata dal magistrato inquirente.
Due fallimenti per i quali gli imprenditori avevano accusato professionisti e avvocati di chiedere mazzette al fine di evitare le bancarotte. Le procedure fallimentari avrebbero riguardato un’azienda conserviera fallita e acquisita da un’altra azienda del settore, e quello di una società di costruzioni navali.
Prosciolti dalle accuse in sede preliminare quindi, Vincenzo Bennet (imprenditore di Fisciano e presidente di Salerno Pulita); Giovanni D’Antonio ex presidente dell’ordine dei commercialisti di Nocera Inferiore; il docente universitario Angelo Scala, e ancora: Antonio Ferrentino, Giuseppe Mauriello e Agostino Bruno, Annalisa Senesi, l’avvocato Fabio Sorrento, Francesco Pecoraro e Giovanni Faggiano (commercialista e curatore).
Tutti prosciolti perchè le dichiarazioni degli accusatori erano carenti e prive di riscontro.
Addirittura in un incontro un denunciante fa riferimento chiaramente di non aver ricevuto richiesta di denaro dal commercialista D’Antonio.
L’indagine trae origine da una denuncia sporta, nel 2018, da un imprenditore conserviero che riferiva di aver ricevuto da una terza persona (Bennet) per conto della Curatela Fallimentare, la richiesta di una considerevole somma di denaro al fine di non ostacolare, attraverso la presentazione di ricorsi o ricorrendo ad altre condotte ostruzionistiche, la positiva conclusione di una procedura esecutiva parallela a quella in corso in ambito fallimentare.
Dopo questo prima ipotesi di indagine era arrivata una seconda denuncia presentata da altro imprenditore insolvente, il quale riferiva di un tentativo da parte del curatore, Giovanni Faggiano – che secondo la prima ipotesi accusatoria avrebbe agito in concorso con Giovanni D’Antonio e con l’avvocato Fabio Sorrento – di una richiesta di denaro ammontante, in un primo momento, a 30mila euro, poi lievitata fino a 100mila euro.
Sulla base della ipotesi accusatoria originaria il gip nella primavera del 2022 aveva ritenuto la sussistenza di un consistente quadro indiziario a carico del curatore fallimentare, Giovanni Faggiano, quale Pubblico Ufficiale, e dai Giovanni D’Antonio e Fabio Sorrento. Tutti erano finiti ai domiciliari tre anni fa.
L’inchiesta poi fu smontata in parte dal Riesame di Salerno al quale la Procura fa riferimento nella richiesta di archiviazione accolta dal gup Masucci che ha ritenuto di prosciogliere gli imputati. In sostanza: “Gli elementi raccolti non hanno consentito di formulare una ragionevole previsione di condanna”, scrive il Pm nella sua richiesta.