Angri/Scafati. “Sei degli indagati potrebbero reiterare le azioni violente, per questo vanno posti ai domiciliari”. E’ la richiesta della procura al gip del tribunale di Nocera Inferiore per parte dei coinvolti nella rissa di fine agosto tra angresi e scafatesi. Si tratta di 4 giovani di Angri e due di Scafati.
La vicenda oggetto di procedimento penale è la lite in piazza Doria ad Angr con tre feriti, di cui uno in modo serio. Gli angresi avrebbero usato armi da taglio nell’aggressione al gruppo di Scafati.
Una vera e propria spedizione punitiva da parte dei residenti nella cittadina doriana contro gli altri provenienti dalla vicina Scafati. Nella colluttazione, erano stati utilizzati coltelli, tirapugni ed una specie di ascia. Molti dei coinvolti finiti poi sul registro della procura a metà ottobre avevano subito una perquisizione a opera dei carabinieri.
Pesanti le accuse, tra cui quella del tentato omicidio. Secondo testimonianze e la ricostruzione dei carabinieri, quella notte in quattro sarebbero arrivati nel cuore della movida a bordo di due auto, e si sarebbero avvicinati ad altre cinque persone (provenienti da Scafati) che si trovavano nei pressi del dehors per poi aggredirli.
La rissa avvenne davanti agli occhi terrorizzati di tante persone che a quell’ora (intorno alle 2) si trovavano ancora in piazza Doria.
Erano volate sedie, bottiglie di vetro e tavolini. Gli aggressori inoltre avevano utilizzato armi da taglio e corpi contundenti. Per gli investigatori, si sarebbe trattato di una vera e propria spedizione punitiva pianificata contro i 5 giunti da Scafati. Il movente sarebbe legato a un affronto subito in serata da uno dei componenti del raid.
I carabinieri avevano lavorato per ricostruire i fatti ed individuare i responsabili, che erano stati identificati nonostante l’omertà di molti che avevano assistito alla scena con tanto di ripresa dalle telecamere di video sorveglianza.
Tre dei cinque aggrediti erano finiti al pronto soccorso dell’ospedale di Nocera Inferiore con ferite da armi da taglio e corpi contundenti. Il più grave di loro aveva avuto una prognosi di trenta giorni. Per loro erano stati emessi anche Daspo.
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