Pompei. Un risarcimento che arriva dopo anni di battaglia legale. La Corte d’Appello di Napoli ha condannato l’Asl Na3 Sud a risarcire con 490.931,56 euro la famiglia di un uomo di Pompei, deceduto dopo due ricoveri all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia. Il motivo: un infarto che non sarebbe stato trattato in tempo.
La sentenza, emessa il 27 settembre 2024, è diventata definitiva solo pochi giorni fa, poiché non è stato presentato ricorso in Cassazione. Un verdetto che evidenzia una responsabilità da parte dell’azienda sanitaria. Il paziente sarebbe stato dimesso nonostante sintomi di un’insufficienza cardiaca in corso.
L’uomo, affetto da coronaropatia e da patologie secondarie al diabete, stando alle ricostruzioni, era stato ricoverato due volte per problemi respiratori e sintomi riconducibili a un infarto miocardico in atto. I medici avrebbero omesso di effettuare una coronarografia e di somministrare terapie salvavita, come la trombolisi e il trattamento anticoagulante.
Al contrario, il paziente sarebbe stato dimesso precocemente, senza che la sua reale condizione venisse trattata adeguatamente. I giudici hanno rigettato l’appello dei ricorrenti. Il risarcimento per la famiglia del paziente giunge a seguito di una valutazione secondo cui ci sarebbero responsabilità che avrebbero contribuito al progressivo peggioramento delle condizioni di salute dell’uomo, fino al sopraggiungere dello scompenso cardiaco che ne ha determinato il decesso.
La decisione ha riconosciuto la correlazione tra le dimissioni premature e l’assenza di trattamenti specifici con l’esito fatale della vicenda. La famiglia del paziente, assistita dall’avvocato Vincenzo Liguori, ha portato avanti la battaglia legale e il riconoscimento del risarcimento rappresenta l’esito di un lungo iter processuale, chiuso solo di recente con il passaggio in giudicato della sentenza. (adm)