Castellammare. Da anni continuano ad occupare locali di scuole, museo o mercato, senza alcuna autorizzazione. Sono i vecchi custodi di quegli edifici pubblici o le loro famiglie, che non hanno lasciato gli alloggi che una volta erano destinati a chi si doveva occupare della guardiania diurna e notturna e poteva beneficiare anche di acqua, luce e gas gratuitamente. Adesso però il Comune di Castellammare di Stabia ha deciso di battere cassa e imporre il pagamento di un canone, che sarà retroattivo fino al 2021, ovvero l’anno in cui l’amministrazione comunale di centrodestra avviò un censimento sull’occupazione abusiva degli alloggi pubblici. Un lavoro che è servito da un lato a capire quante famiglie, nel tempo, si sono impossessate di case popolari senza aver alcun titolo e dall’altra anche di fare luce su una vicenda come quella degli alloggi degli ex custodi, che potenzialmente ha arrecato un danno erariale al momento non quantificabile. Basta pensare, ad esempio, che solo dal 2021 al 2024, per otto alloggi pubblici occupati dagli ex custodi o dalle loro famiglie, il Comune ha presentato un conto complessivo di circa 80mila euro. Soldi che ora l’amministrazione comunale di centrosinistra, guidata dal sindaco Luigi Vicinanza, conta di recuperare anche per ripristinare la legalità sul territorio e restituire quei locali all’uso pubblico. La vicenda degli ex custodi delle scuole accomuna Castellammare di Stabia a moltissimi altre città in tutta Italia. Nei decenni scorsi, infatti, è stata statalizzata l’assunzione dei collaboratori scolastici, che una volta – nel caso dei custodi – erano dipendenti comunali. A chi si occupava della guardiania sia di giorno che di notte del bene pubblico, il Comune metteva a disposizione un alloggio, offrendo anche la possibilità di usufruire di acqua, luce e gas. Con la statalizzazione di questi lavoratori sarebbe dovuto venire meno anche il titolo a occupare quegli edifici pubblici, ma in realtà tantissime amministrazioni comunale – negli anni – non si sono mai occupate di fare un censimento, continuando a garantire l’alloggio agli ex custodi anche dopo la pensione o addirittura, in alcuni casi, dopo il loro decesso, ai loro eredi. Una vicenda sulla quale l’anno scorso ha acceso i fari anche la Corte dei Conti, che ha stimato un danno da oltre 130 milioni solo a Napoli. Il Comune di Castellammare di Stabia, dunque, prova a mettere un freno a questa situazione e oltre a recuperare i fitti mai percepiti dal 2021 (data in cui è stata accertata l’occupazione abusiva) al 2024, ha fissato anche dei canoni di locazione che dovranno essere corrisposti a partire dal 2025. Fitti, a dirla tutta, nemmeno eccessivi, ma che servono per cominciare a mettere soldi in cassa per il Comune stabiese, che avrà sempre la possibilità di ordinare lo sgombero dei locali, così come già avvenuto l’anno scorso al rione Savorito. Anzi, da questo punto di vista c’è da dire che l’amministrazione di centrosinistra ha ereditato dai commissari straordinari un elenco di case popolari occupate senza alcuna autorizzazione da decine di famiglie, in diverse zone della città. Anche in questo caso, presto potrebbe essere ripristinata la legalità, mettendo alla porta chi non avrebbe alcuna autorizzazione per occupare edifici pubblici, ma lo fa orma da oltre 40 anni.
CRONACA
18 febbraio 2025
Castellammare. Locali delle scuole occupati da decenni, il Comune presenta il conto agli ex custodi