Lo spettro dei licenziamenti per i lavoratori delle cliniche Trusso di Ottaviano e Mediterranea di Napoli
CRONACA
19 febbraio 2025

Lo spettro dei licenziamenti per i lavoratori delle cliniche Trusso di Ottaviano e Mediterranea di Napoli

Andrea Ripa

L’incubo dei licenziamenti per i lavoratori delle cliniche Trusso di Ottaviano e Mediterranea di Napoli, entrambe gestite dalla società Neuromed. Dopo l’annuncio dei tagli per medici, dipendenti amministrativi e tecnici delle due strutture sanitarie, le organizzazioni sindacati hanno annunciato battaglia comunicando anche alla prefettura di Napoli la volontà di aprire un tavolo di confronto teso a tutelare le posizioni lavorative di tutti i dipendenti delle strutture finite nel mirino. Nei giorni scorsi la Cisl Funzione Pubblica dell’area metropolitana di Napoli, guidata da Luigi D’Emilio, ha dato il via all’apertura di una vertenza nei confronti «del Gruppo Neuromed», l’azienda a cui fanno capo proprio le due aziende sanitarie. «Siamo – dice il leader della federazione D’Emilio – davanti ad una scelta aziendale inaccettabile, che mette in discussione la stabilità occupazionale dei lavoratori ed i livelli essenziali di assistenza. Sono provvedimenti inspiegabili, contro i quali ci opporremo fino in fondo, anche in considerazione del fatto che è arrivato il tempo di una riflessione su questi gruppi che vengono da fuori per prendere il meglio della nostra sanità, a partire dalle grandi e consolidate esperienze professionali esistenti sul territorio, ma non si fanno scrupoli di alcun genere”. “Alla Mediterranea, che tra l’altro nell’ultimo bilancio esigibile avrebbe raggiunto utili importanti, sono a rischio 8 unità lavorative su 10 del laboratorio di analisi interno, ovvero 6 biologi dei 7 in organico (2 a tempo pieno e 5 a part-time) e 2 tecnici su 3. A questi si aggiungono 4 unità del settore amministrativo della Trusso» sottolinea la Cisl. La Fp ha scritto una nota al prefetto di Napoli Michele Di Bari con la quale chiede la convocazione con carattere di urgenza di un tavolo di confronto tra le parti coinvolte, ovvero Asl Napoli 1 e Napoli 3 Sud, Regione Campania e amministratori delle due cliniche. Il coordinatore provinciale e regionale del comparto della Sanità Privata Massimo Imparato sottolinea che «non è più procrastinabile un intervento immediato per ripristinare condizioni di correttezza e trasparenza nella gestione del personale e dei servizi» e sollecita «visite ispettive volte ad accertare la sussistenza dei requisiti organizzativi previsti dalle normative sull’accreditamento istituzionale». La Cisl Fp segnala altresì che «una realtà impegnata all’interno del SSR con risorse pubbliche non può operare in modo così disinvolto e privo di responsabilità sociale, ponendo meri interessi aziendali al di sopra del diritto al lavoro del personale e del diritto alla salute dei cittadini, che non possono essere messi in discussione da chi attinge a finanziamenti di cui si fa carico la comunità sociale pagando tasse per avere servizi, a partire da quello sanitario».