Ercolano, Buonajuto non perdona Luciani: giunta zoppa senza il Pd
Ercolano. «Dio perdona, io no» dicevano Bud Spencer e Terence Hill nel primo film della loro fortunata collaborazione cinematografica. Il sindaco Buonajuto e gli esponenti locali del Pd non sono al primo atto della stucchevole saga politica andata in scena per anni all’ombra del Vesuvio, ma la frase calzerebbe ugualmente a pennello per il remake dell’ultima lite consumata sull’asse Ercolano-Napoli. Perché a un mese dal mancato golpe orchestrato dalla «garibaldina» Antonietta Garzia – la capogruppo del Pd in consiglio comunale con il sogno della fascia tricolore – il primo cittadino ha ripreso in mano le redini della sua maggioranza, ma non ha perdonato i promotori della crociata per chiudere anzitempo il suo secondo mandato alla guida del municipio di corso Resina. Così, superato lo scoglio dell’approvazione del bilancio di previsione e in attesa della data delle regionali, il leader locale di Italia Viva si è divertito a nominare la nuova giunta – azzerata all’indomani dello «sgambetto di febbraio» organizzato dal Pd in consiglio comunale – senza assessori dem.
La giunta zoppa
Già lo scorso 27 febbraio, Ciro Buonajuto aveva cominciato a ricomporre l’esecutivo smantellato dopo il golpe fallito: puntuale era scattato il «recupero» dei rappresentati degli schieramenti di maggioranza con cui era stata siglata la pace post-strappo. I vari Lucio Perone, Nunzio Spina, Anna Giuliano e Mariarca Cascone avevano recuperato le rispettive poltrone (e stipendi da assessore) in attesa del completamento dell’esecutivo con i nomi indicati dal Pd.
Il veto sul vice
A inizio marzo erano state avviate le trattative con i dissidenti dem, con una precisa condizione: se i nomi di Carmela Saulino e Gioacchino Acampora – due potenziali sfidanti di Antonietta Garzia nella corsa alla futura candidatura a sindaco sotto il simbolo del Pd – non hanno trovato «ostacoli» alla conferma, il sindaco e gli esponenti locali di Italia Viva hanno alzato un muro davanti all’eventuale riproposizione di Luigi Luciani, l’ex segretario cittadino del Pd promosso vicesindaco. Al compagno di mille avventure politiche, infatti, il primo cittadino non avrebbe appunto «perdonato» la sponda offerta alla «garibaldina» Antonietta Garzia per la mozione di sfiducia. Un vero e proprio braccio di ferro, capace di «ingessare» i lavori dell’esecutivo da due settimane.
La mossa a sorpresa
Davanti al perdurare stallo delle trattative, Ciro Buonajuto si è giocato la carta (della disperazione) per deliberare con almeno cinque assessori nella sua giunta zoppa. Il sindaco ha, infatti, nominato Pio Valletti – suo storico segretario – con la sola delega ai rapporti con l’Anci. Una mossa – subito, peraltro, finita sotto i riflettori dell’opposizione consiliare e non solo – per agevolare le attività dell’esecutivo cittadino e per mandare l’ennesimo «messaggio» agli esponenti locali del Pd: «Dio perdona, Buonajuto no».
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