Sindaci del Sud, scoppia la rivolta: «No allo scippo dei fondi di coesione»
“Non toccate i fondi per il Sud”. E’ il cuore della petizione di sindaci di città medie e piccole del meridione d’Italia e associazioni che temono l’impiego delle risorse destinate al Mezzogiorno per il piano di riarmo dell’Unione europea. “Nel Piano di Riarmo – spiegano – è prevista ‘la possibilità di reindirizzare verso la difesa le quote non utilizzate dei fondi di coesione, che si stima ammontino a circa 350 miliardi di euro. Si tratta di una possibilità volontaria, lasciata a ciascuno Stato membro, e che comprenderebbe anche progetti di ricerca e infrastrutture’. Giorgia Meloni – ricordano – ha ribadito che l’Italia non lo farà. Ma noi vogliamo garanzie precise. Per questo abbiamo lanciato questa petizione”. Tra i firmatari Vito Fusco, sindaco di Castelpoto (Benevento); Corrado De Benedittis, sindaco di Corato (Bari); Luigi Sarnataro, sindaco di Mugnano (Napoli), Michelangelo De Chirico, sindaco di Terlizzi (Bari), Rossella Baldassarre, sindaco di San Chirico Nuovo (Potenza), Michele Laricchia, sindaco di Capurso (Bari), Nicola Fiorita, sindaco di Catanzaro, Michele Minenna, sindaco di Grumo Appula (Bari); Mosè Antonio Troiano, sindaco di San Paolo Albanese (Potenza), Giuseppe Taurino, sindaco di Trepuzzi (Lecce), Amedeo Bottaro, sindaco di Trani, Angelantonio Angarano, sindaco di Bisceglie (Barletta-Andria-Trani), Giovanni Galli, sindaco di Salcito (Campobasso. “Noi Sindaci e Cittadini del Sud – si legge nella petizione – preso atto che l’Unione Europea ha varato il piano Rearm EU, consapevoli della necessità di rafforzare l’asse della sicurezza e della difesa comune europea, in un quadro di una più forte e coerente unità politica dell’Unione europea, chiediamo che i fondi europei destinati alla Coesione sociale e territoriale non siano impiegati per tale finalità. Chiediamo che le rassicurazioni fornite dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i timori espressi dagli esponenti di entrambi gli schieramenti politici trovino un riscontro reale e garanzie a livello parlamentare. Sottrarre risorse a spese fondamentali per il Mezzogiorno, come la sanità, i servizi sociali, l’istruzione, i trasporti, la transizione ecologica e altri settori vitali per le nostre popolazioni – continua la petizione – potrebbe comportare una grave battuta d’arresto per gli sforzi che sono stati compiuti finora per raggiungere l’obiettivo della convergenza con le aree più sviluppate del Continente. Siamo orgogliosi di essere europei e siamo consapevoli che in questi anni le politiche europee, da ultimo attraverso il Pnrr, hanno contribuito a stimolare le energie endogene dei nostri territori, nonostante allo sviluppo del Mezzogiorno siano state destinate risorse molto inferiori a quelle assegnate dall’Europa per consentire la riduzione delle gravi diseguaglianze che tuttora penalizzano i nostri territori. Una ulteriore riduzione delle risorse destinate ai territori più fragili, tuttavia – sottolineano – sarebbe il definitivo tradimento delle speranze riposte dai cittadini meridionali nel Next Generation Eu. In una congiuntura internazionale difficile, aggravata dalla prospettiva dei dazi e nella quale auspichiamo tornino a spirare i venti di una pace giusta, il Mezzogiorno rischia di rivelarsi la vittima sacrificale, destinata a soccombere. È importante dunque che i parlamentari italiani di ogni schieramento profondano tutti gli sforzi necessari per tutelare, in questa fase delicata, la parte più vulnerabile del Paese, fornendo garanzie precise sulla tutela dei fondi destinati alla Coesione territoriale”. Tra i firmatari anche esponenti di associazioni come Rossella Solombrino (Movimento equità territoriale); Francesco Silvestri, Giovanna Bubello, Davide Carlucci (Assi Recovery Sud), Antonio Piangiolino, Marco Esposito, Nicola Natuzzi (34 Testa al Sud); Giuseppe Capobianco (Associazione La Taranto che Vogliamo). L’Italia “non intende distogliere un euro dai fondi di coesione” per la difesa. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nelle repliche alle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio europeo del 20 e 21 marzo. Il Movimento equità territoriale esprime il suo pieno sostegno alla petizione dei sindaci del Sud che hanno mostrato preoccupazione riguardo all’uso dei fondi europei di Coesione per il riarmo. “È inaccettabile che il Sud venga considerato un bancomat del Governo, con risorse destinate a sostenere lo sviluppo e la coesione territoriale che vengono invece sottratte per scopi diversi”. Così Rossella Solombrino, segretaria nazionale del Met. “Da anni – aggiunge – i fondi destinati al Mezzogiorno vengono sistematicamente dirottati, privando le comunità meridionali di infrastrutture e diritti fondamentali. È fondamentale ricordare che questi fondi esistono proprio per compensare le ingiustizie storiche che hanno portato ad un’Italia a due velocità. Le tasse versate dai cittadini meridionali finanziano opere al Nord, come autostrade deserte, tunnel subacquei e progetti di alta velocità, mentre il Sud prosegue a essere trascurato. Continuare a sottrarre risorse a questa parte del Paese significa condannare non solo il Mezzogiorno, ma l’Italia intera a un futuro incerto e disastroso, soprattutto in un contesto internazionale così complesso. Noi del Movimento Equità territoriale – conclude Solombrino – invitiamo tutti i parlamentari meridionali a ricordare il loro mandato e a tutelare i diritti dei cittadini del Sud, sostenendo i sindaci e garantendo le necessarie rassicurazioni per un utilizzo corretto e giusto dei fondi europei” conclude Solombrino. “Sul piano europeo per il riarmo dobbiamo valutare ancora tantissime cose. Al momento c’e’ una fase di riflessione, di analisi, perche’ sono in ballo decisioni che riguardano l’intera nazione e che impatteranno non soltanto sull’oggi ma soprattutto sul domani”. Cosi’ la senatrice di Forza Italia e vice presidente del Senato, Licia Ronzulli. “La settimana scorsa si discuteva del rischio che il piano potesse essere finanziato sottraendo risorse ai fondi di coesione. Grazie all’intervento dell’Italia, di questo governo, di Giorgia Meloni, abbiamo stabilito che i fondi di coesione non verranno toccati. La premier sta lavorando per fare apparire l’Europa non sempre e solo come un vaso di coccio”.

