Zuchtriegel, Parco Archeologico: «Gli antichi, un modello. Facevano sinergia già migliaia di anni fa»
CRONACA
1 maggio 2025

Zuchtriegel, Parco Archeologico: «Gli antichi, un modello. Facevano sinergia già migliaia di anni fa»

metropolisweb

«Per capire Pompei bisogna capire l’intero territorio. La storia può essere ancora di insegnamento», ha esordito Gabriel Zuchtriegel, scandendo le parole a un Teatro Tasso di Sorrento gremito soprattutto di studenti provenienti dalla Nino Bixio di Piano di Sorrento, dalla Grandi e Salvemini di Sorrento e dal Liceo Classico Plinio Seniore di Castellammare e dal De Chirico di Torre Annunziata. Con queste frasi incisive, il direttore del Parco Archeologico di Pompei ha posto al centro del neo progetto MyPolis – promosso dal quotidiano Metropolis – il principio imprescindibile della sinergia tra cultura, turismo e istituzioni: non un’operazione estetica fine a sé stessa, ma un percorso di scoperta che guardi alle radici profonde del territorio, dal sacrificio dei contadini della Penisola Sorrentina fino all’intraprendenza degli agricoltori pompeiani che hanno reso il vino un vero e proprio business. Invitando a non smarrire la dimensione sociale e umana dell’archeologia, l’invito a collaborare rivolto ai sindaci di Torre Annunziata, Pompei, Castellammare di Stabia, Boscoreale, Sorrento e lo stesso direttore del Parco Archeologico di Pompei, si è trasformato in un vero e proprio patto istituzionale. «Apprezzo molto questa iniziativa ed è bello vedere tutti uniti per un bene comune – ha proseguito Zuchtriegel – ma purtroppo avete un difetto: non siete archeologi. Questa grande sinergia, a mio avviso, non potrà mai realizzarsi pienamente se alla base non c’è qualcosa di più profondo rispetto alla mera idea estetica della bellezza, per quanto la invochiamo spesso. La storia e l’archeologia superano il semplice significato estetico: racchiudono la schiavitù, la povertà, il sacrificio dei contadini di Sorrento, la fatica di chi ha plasmato questo paesaggio e di cui nessuno racconta, ma che ha contribuito a formarlo. Anche questo è cultura e storia. La buona notizia è che l’archeologia c’è già: non siamo stati scelti come Capitale Italiana della Cultura perché trattati male o esclusi, ma perché siamo già capitale globale dell’archeologia: possediamo un patrimonio straordinario che va raccontato e valorizzato». Nel grande impegno che è la valorizzazione del territorio si registrano le operazioni di tutela, come per il recente ritrovamento nell’area di Villa dei Misteri: «Stiamo attualmente scavando nell’area della Villa dei Misteri, leggermente fuori Pompei, dove fino a pochi anni fa sorgeva un casolare agricolo – spiega Anna Onesti, responsabile dell’Ufficio Tutela – citato anche negli studi di Maiuri. Dopo un lungo iter siamo riusciti ad ottenerne l’espropriazione e con accurate ricerche, abbiamo scoperto che quell’edificio era divenuto via d’accesso abusiva all’area archeologica. Oggi è diventata un’opportunità per il Parco: sarà il luogo di connessione tra archeologia e paesaggio, il punto da cui immaginare il rapporto tra Pompei e il suo territorio. La bellezza di cui parliamo è un indicatore profondo di due sistemi intrecciati: l’ambiente e le comunità che lo abitano. Il nostro progetto di tutela, scavo e riqualificazione paesaggistica mira a innescare uno sviluppo sostenibile fondato sulle tradizioni agricole che per millenni hanno caratterizzato quest’area». Questo obiettivo si è raggiunto grazie ad un accordo con la Procura di Torre Annunziata che ha concesso al Parco di poter andare oltre i limiti che frenavano il comune. «Così potremo procedere nei prossimi anni ai nuovi scavi, esplorando e restituendo alla luce testimonianze come la Casa dei Vettii – la più nota e bene conservata – e ripercorrendo la rete di ville rurali che, da Sorrento a Boscoreale, da Castellammare di Stabia a Poggiomarino, formava il cuore produttivo di un territorio noto come Campania Felix» conclude il direttore Gabriel Zuchtriegel. A corredo dell’impegno che il Parco porta avanti nel racconto di una storia pompeiana sempre più ampia e inclusiva, Metropolis ha premiato Silvia Martina Bertesago, direttrice del Children’s Museum, per l’eccezionale dedizione dimostrata nel progetto. Con MyPolis, la “sinergia all’antica” diventa non un richiamo nostalgico, ma un modello operativo: grazie all’alleanza fra istituzioni, comunità e professionisti, Pompei riemerge come un paesaggio storico vivente, capace di insegnare ancora oggi il valore della collaborazione e dell’identità collettiva. Le prime azioni previste nei prossimi mesi includono un’esposizione itinerante su “Pompei e il Mediterraneo”, incontri con produttori locali per promuovere filiere corte e un convegno internazionale dedicato ai nuovi approcci digitali in archeologia.