Referendum, nodo-scrutatori a Torre del Greco: via al pressing per le nomine dirette
Torre del Greco. I componenti della commissione elettorale comunale lanciano lo sprint per la nomina diretta degli scrutatori in vista del referendum dei prossimi 8 e 9 giugno. A un anno esatto dallo scontro all’interno della maggioranza guidata dal sindaco Luigi Mennella – a maggio del 2024 la «partita» interessò le elezioni europee – rischia di tornare di stretta attualità la «patata bollente» relativa alle modalità di selezione degli addetti ai seggi. Perché se la «triade» composta da Antonio D’Ambrosio, Carmela Pomposo e Iolanda Mennella non ha dubbi sulla necessità della nomina diretta – visti i «risultati» dello scorso anno, con decine di sezioni rimaste scoperte – diversi alleati, a partire dal grillino Mirko Gallo, sembrano già pronti a rilanciare la «parità di diritti» garantita solo dal sorteggio pubblico di tutti i 424 scrutatori.
Il countdown
Fino a oggi la questione è stata tenuta sotto traccia dall’amministrazione comunale. Ma all’apertura dei seggi mancano ormai meno di 5 settimane e inevitabili sono iniziate le prime fibrillazioni a palazzo Baronale: «Bisogna sciogliere immediatamente il nodo relativo alla nomina o al sorteggio per evitare il rischio di arrivare in ritardo alla composizione delle sezioni per il referendum», la malcelata «premura» degli addetti ai lavori. Non è escluso che l’argomento possa essere all’ordine del giorno della riunione di maggioranza – una rarità per l’attuale squadra di governo cittadino, verosimilmente «allergica» ai confronti plenari – convocata per l’inizio della prossima settimana. Ma, intanto, i componenti della cec – la commissione elettorale comunale – non hanno dubbi: «L’anno scorso, alla fine, concordammo di utilizzare il «sistema misto» con una parte di scrutatori nominata e una parte sorteggiata – ricorda la «pasionaria» Carmela Pomposo, unica rappresentante (sulla carta) dell’opposizione -. Ebbene, la scelta si rivelò disastrosa: complici le belle giornate, decine di scrutatori indicati attraverso il sorteggio disertarono i seggi con conseguenti disagi e disservizi. Vista la delicatezza e l’importanza dei quesiti referendari, non credo ci possiamo permettere il lusso di nuovi errori». Come a dire: il sorteggio non garantisce il corretto svolgimento delle operazioni di voto. Una linea «sposata» da Iolanda Mennella, pronta a evidenziare come «la nomina politica consente di individuare cittadini realmente motivati a svolgere il ruolo, in particolare tra le fasce deboli del territorio». Decisamente democristiana – come da storia familiare – la linea tracciata da Antonio D’Ambrosio: «Auspico in tempi brevi una riunione con il sindaco, presidente della commissione elettorale comunale, in modo da individuare una soluzione condivisa».
Il fronte-sorteggio
Tra i pasdaran del sorteggio pubblico – insieme al grillino Mirko Gallo – ci potrebbero essere la prof Pina Di Donna e Domenico Maida, il fedelissimo del primo cittadino già sceso in campo all’epoca del sindaco Giovanni Palomba per invocare il ricorso alla dea bendata per selezionare gli scrutatori. D’altronde, a differenza dello scorso anno, il referendum dei prossimi 8 e 9 giugno garantiranno un sostanzioso riconoscimento agli addetti ai seggi: visto il numero di schede – in tutto cinque, senza le «grane» legate a competizioni politiche – il compenso per gli scrutatori sarà di 192 euro.
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