Torre del Greco, giunta tra luci e ombre: spunta l’idea-rimpasto, tre assessori con la valigia
CRONACA
7 maggio 2025

Torre del Greco, giunta tra luci e ombre: spunta l’idea-rimpasto, tre assessori con la valigia

Il sindaco «apre» alle staffette nell’esecutivo per dare nuovo slancio all’azione politica. Al via il countdown: gli avvicendamenti di metà mandato entro dicembre
Alberto Dortucci

Torre del Greco. La prima «apertura» ufficiale è arrivata durante la riunione di maggioranza convocata in vista della seduta del consiglio comunale sulla manovra di bilancio di metà 2025: «Il lavoro messo in campo fino a oggi ci ha regalato soddisfazioni e risultati straordinari, ma credo sia arrivato il momento di dare nuovo impulso all’azione politica della nostra squadra di governo cittadino» le parole del sindaco Luigi Mennella agli alleati. Tradotto in soldoni: d’ora in avanti è possibile iniziare a ipotizzare eventuali «staffette» all’interno della giunta sia per provare a cambiare marcia in alcuni settori-chiave del Comune sia per dare «visibilità» a chi fino a oggi è rimasto all’ombra dell’esecutivo. Un via libera particolarmente atteso dal Pd – il capogruppo Vittorio Guarino già in diverse occasioni aveva evidenziato la necessità di qualche avvicendamento «strategico» nella stanza dei bottoni di palazzo Baronale – e dagli esponenti delle liste civiche fino a oggi rimasti «a secco» di rappresentanza politica, ma con tempi e modi precisi: «Il nuovo corso potrà iniziare solo dopo le elezioni regionali», l’indicazione del primo cittadino. Ovvero a dicembre se i rumors della prima ora dovessero essere confermati – chiamata alle urne in autunno – oppure direttamente la prossima primavera, dopo l’eventuale voto di marzo.

Le poltrone  al sicuro

Le trattative relative al futuro rimpasto sicuramente non interesseranno il vicesindaco Michele Polese. Il numero due dell’esecutivo ha affiancato il primo cittadino in tutte le questioni spinose di inizio mandato – a partire dal dramma del crollo a corso Umberto I – senza tralasciare i propri compiti, come dimostrano lo stato di avanzamento di buona parte dei progetti finanziati con fondi Pnrr. Se si aggiungono le (coraggiose) scelte in materia di viabilità – a partire dal ritorno al doppio senso di marcia in via Purgatorio e via Curtoli – la conferma per l’esponente del Pd appare scontata e meritata sul campo. Lo stesso discorso potrebbe valere per Mariateresa Sorrentino – indicata dalla prof Pina Di Donna, unica rappresentante di Per in consiglio comunale – se si dovesse tenere conto dei risultati ottenuti sul fronte della pubblica istruzione. Le (pesanti) ombre del settore politiche sociali hanno inevitabilmente pesato sul giudizio complessivo, ma la recente «infornata» di 13 assistenti sociali – destinati a cancellare i vuoti d’organico dell’ufficio – e i sei mesi di tempo fino a dicembre potrebbero blindare anche la sua poltrona.

La parola  ai partiti

Il futuro di Laura Vitiello (M5S) e Salvatore Piro (Partito Repubblicano) potrebbe, invece, dipendere dagli equilibri interni ai rispettivi schieramenti. E se la grillina da 160 voti può dormire sonni (tutto sommato) tranquilli grazie alla caduta libera del Movimento e alla conseguente mancanza di alternative tra i superstiti dell’ex partito da 23.000 preferenze a Torre del Greco, l’avvocato alla guida del partito dell’edera dovrà fare i conti con le (legittime) rivendicazioni degli alleati di Azione. D’altronde, in tempi non sospetti Salvatore Gargiulo – fedelissimo del «presidente» Giuseppe Sommese – aveva ricordato il patto di metà mandato, fissando la «scadenza» dell’assessore in condominio con i Repubblicani per fine dicembre 2025. Sotto il profilo dei risultati, invece, l’arrivo di ulteriori 18 agenti di polizia municipale – insieme alla nomina di Gennaro Russo alla guida del comando di largo Costantinopoli – hanno allontanato i disastri messi in fila durante il primo anno e mezzo di mandato. Non si registrano, al contrario, particolari passi in avanti per lo sportello unico delle attività produttive: un settore fondamentale per il rilancio socio-economico di Torre del Greco, ma rimasto impantanato nelle sue storiche criticità.

Le tre valigie  già pronte

Paradossalmente, due dei tre assessori in pole position per lasciare l’esecutivo di palazzo Baronale sono risultati – durante i primi due anni di mandato – tra i migliori della giunta. Ma l’aggiudicazione del nuovo appalto per la raccolta dei rifiuti e il via libera al piano anti-deportazione in caso di rischio Vesuvio potrebbero essere gli ultimi due «lasciti» di Antonio Ramondo, delegato all’ambiente e alla protezione civile. Dopo avere risollevato la percentuale di differenziata all’ombra del Vesuvio – passata dal 18% dell’ottobre 2023 all’attuale 42% – e messo in campo una serie di iniziative per creare un sistema virtuoso dell’igiene urbana, il tecnico indicato dal Pd potrebbe lasciare il proprio posto per un prestigioso incarico (sempre in campo ambientale) a livello regionale. L’assessore al bilancio Anna Fiore, invece, rischia di pagare sulla propria pelle il fallimento dell’accordo politico stretto alla vigilia del ballottaggio del 2023: la «straniera» di Pomigliano d’Arco – nominata come tecnico direttamente dal sindaco Luigi Mennella e «gradita» al soldato Luigi Caldarola – ha raggiunto l’invidiabile record dell’approvazione a dicembre del bilancio di previsione dell’anno successivo e rispettato tutte le «scadenze» previste dal suo incarico. Non solo: in due anni di attività all’ombra del Vesuvio ha restituito – come delegata alle politiche giovanili – dignità e visibilità al Forum dei Giovani, contribuendo al rilancio dell’organismo giovanile di Torre del Greco. Ottimi risultati, ma verosimilmente insufficienti – alla luce della strenua opposizione all’amministrazione comunale messa in campo da Luigi Caldarola – a strappare la conferma. Capitolo a parte per Francesco Leone, l’assessore all’urbanistica finito in varie occasioni al centro di proteste politiche «bipartisan» e capace per due anni di fila di guadagnare il titolo di «peggiore assessore» nel resoconto annuale di Metropolis Quotidiano. Il tecnico arrivato da Ercolano ha pagato la scarsa conoscenza del territorio, finendo per ingolfare un settore già alle prese con pesanti carenze d’organico e carichi di lavoro arretrati da anni. Criticità di cui ovviamente non può essere ritenuto responsabile, ma destinate a pesare come un macigno sulle sue (inesistenti) possibilità di riconferma.

Gli alleati  alla finestra

L’apertura del sindaco al rimpasto ha, inevitabilmente, scatenato le prime fibrillazioni in maggioranza. Se in casa Pd i «giochi» sono praticamente già fatti – conferma per Michele Polese e indicazione del sostituto di Antonio Ramondo da parte del capogruppo Vittorio Guarino – le restanti poltrone in bilico hanno subito attirato le «attenzioni» di chi, durante il primo scorcio di mandato, non ha ottenuto particolare «visibilità». Un elenco di cui fanno parte tutti i rappresentanti delle liste civiche, a partire da Antonio D’Ambrosio del Movimento Popolare Torrese – fino a oggi «parcheggiato» con le deleghe fuori giunta alle strisce blu e al cimitero – fino a Domenico Maida, capogruppo di Cuore Torrese e fedelissimo del sindaco. Senza dimenticare Valentina Ascione – rimasta «orfana» di Valerio Ciavolino e accontentata con la delega allo sport – e il «super-gruppo» della Mennella Sindaco composto da Felice Gaglione, Iolanda Mennella e Annalaura Guarino: tre nomi per un carico da circa 2.500 voti complessivi – in pratica, il doppio dei voti totali del M5S alle ultime elezioni – a oggi «ricompensati» solo con la delega fuori giunta alle pari opportunità.

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