Una targa per ricordare il sostituto procuratore Federico Bisceglia: è quella scoperta nei locali della Procura di Nola durante una cerimonia pubblica organizzata dall’associazione di protezione ambientale Gruppi Ricerca Ecologica, riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente. Hanno partecipato il vescovo di Nola monsignor Francesco Marino; il questore di Napoli Maurizio Agricola; il comandante provinciale dei carabinieri Biagio Storniolo; il comandante della Regione Carabinieri Forestali Ciro Lungo; don Maurizio Patriciello; la direzione tecnica di Arpac ed altre cariche istituzionali.Presenti anche l’ex comandante del corpo forestale Vincenzo Stabile, vicepresidente dell’associazione Gruppi Ricerca Ecologica che, insieme al geneale Lungo, fu impegnato in prima linea nelle indagini sui crimini ambientali condotte dal magistrato (in servizio a Noladal 2000 al 2007); il responsabile ecomafie dell’associazione Michelangelo Mocerino, allora giovane attivista ambientale; Michelina Caiazzo, responsabile regionale dell’associazione ambientalista. A fare gli onori di casa il presidente del tribunale di Nola Paola del Giudice e il procuratore capo presso il tribunale di Nola, Marco del Gaudio che, alla presenza della sorella Marianna e della madre del magistrato Eleonora Gimigliano, ha concluso gli interventi evidenziando “la fiducia conquistata dal magistrato con il suo operato presso la cittadinanza e le istituzioni, testimoniata anche dal numero e dall’affetto manifestato dai presenti alla cerimonia”.
Federico Bisceglia, scomparso dieci anni fa in un incidente stradale, è stato autore di numerose inchieste sulla Terra dei fuochi, ottenendo risultati importanti contro alle ecomafie, fino a bloccare numerosi traffici illeciti di rifiuti. Con l’operazione “Terra mia”, risalente ai primi anni del 2000, da lui diretta e coordinata, fu perseguito, per la prima volta in Italia, il delitto di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti ed il disastro innominato applicato all’ambiente, impostazione poi seguita da altri uffici giudiziari. “La sua figura – sottolineano i promotori dell’iniziativa – rappresenta un simbolo per quanti hanno a cuore le sorti della terra in cui viviamo e si impegnano ad infondere consapevolezza sulla difesa dell’ambiente, che non può prescindere da valori come giustizia e verità, nella convinzione che la diffusione della cultura della legalità rappresenti un pilastro fondamentale per la crescita civile e sociale del territorio e la formazione delle giovani generazioni”.