Dagli 80 € di Renzi ai 100 € del M5S a Torre del Greco: così la (falsa) lotta alla povertà diventa spot elettorale
Il sindaco Luigi Mennella «ostaggio» del contratto capestro firmato con il M5S
CRONACA
10 maggio 2025

Dagli 80 € di Renzi ai 100 € del M5S a Torre del Greco: così la (falsa) lotta alla povertà diventa spot elettorale

I grillini sventolano in aula il fondo per gli indigenti: basterà solo per 1.000 famiglie. L’opposizione: «Solo spot e propaganda, ma i cittadini non hanno l’anello al naso»
Alberto Dortucci

Torre del Greco. Un contributo da 100.000 euro per «dare un sospiro di sollievo» alle famiglie in difficoltà economica del territorio. È la somma sventolata dagli esponenti del M5S in consiglio comunale – l’assessore Laura Vitiello e il «fratello d’arte» Mirko Gallo – durante la discussione sulla manovra da 7,3 milioni e spiccioli approvata dalla squadra di governo cittadino guidata dal sindaco Luigi Mennella per dare nuova «spinta» alle iniziative per la città e «visibilità politica» agli alleati della coalizione uscita vincitrice dalle elezioni del 2023.

I soldi dal balcone

Il bonus «una tantum» è stato presentato come l’inizio della battaglia per sconfiggere la povertà all’ombra del Vesuvio – una sorta di mix scenico tra l’ex vicepremier pentastellato Luigi Di Maio e l’attore Leonardo Di Caprio affacciati ai balconi a gettare banconote ai passanti – capace di accendere un vivace dibattito all’interno del «parlamentino» di palazzo Baronale. Perché, facendo due rapidi e semplici conti, i superstiti dell’opposizione hanno subito smascherato l’ennesimo bluff in vista delle prossime elezioni regionali: «Il M5S ha presentato questa iniziativa, goffamente indicata come contributo di cittadinanza, come un surrogato del reddito di cittadinanza abolito dal governo centrale – la prima riflessione del soldato Luigi Caldarola, capogruppo della lista civica Il Cittadino – Ma se vogliamo fissare una cifra simbolica di 100 euro per sostenere le fasce deboli del territorio, la somma stanziata su richiesta del M5S potrà soddisfare solo mille famiglie». Ovvero, numeri alla mano, meno della metà dei percettori del Rdc – circa 2.400 negli anni in cui il bonus era distribuito a pieno regime – a Torre del Greco. Numeri davanti a cui potrebbe impallidire perfino l’ex premier Matteo Renzi con il suo vecchio (e contestato) contributo da 80 euro in busta paga. «È chiaro si tratti di un mero spot, una propaganda per provare a riaccendere la fiammella di un movimento ormai lontano dai numeri del passato come evidenziato dalle elezioni del 2023 in cui portò a casa meno del 3% delle preferenze, risultando il fanalino di coda dell’attuale coalizione – l’affondo dell’esponente della minoranza – Ma i cittadini non sono stupidi, non hanno l’anello al naso: l’ultima volta che un’amministrazione comunale decise di sostenere con un contributo le fasce deboli del territorio, mise a disposizione una cifra superiore al milione di euro in modo da aiutare realmente chi si trovasse in condizioni di disagio».

Il botta & risposta

Un’accusa diretta e precisa, da cui i grillini del Comune hanno provato a difendersi con una balbettante replica: «Si tratta solo dell’inizio – le parole dell’assessore Laura Vitiello – Auspichiamo che il fondo possa essere rimpinguato con ulteriori soldi per soddisfare le esigenze di un numero superiore di famiglie». Parole capaci di convincere Luigi Caldarola a «ricordare» al M5S di fare parte della maggioranza e, dunque, conseguentemente la scelta di rimpinguare o meno il capitolo per la lotta alla povertà dipende (anche) da loro.

Il «monito» dell’alleato

Il vivace botta e risposta è stato, infine, chiuso dall’intervento di Antonio D’Ambrosio: il capogruppo della lista civica Movimento Popolare Torrese – in passato, a stretto contatto con l’ultimo assessore alle politiche sociali dell’amministrazione comunale targata Giovanni Palomba – ha evidenziato ai colleghi come, in occasione della «manovra» ricordata da Luigi Caldarola, le «famiglie con Isee pari a zero adesso ottenuto contributi fino a 500 euro, una somma utile a fronteggiare diverse spese di prima necessità». E poi come «basterebbe che ogni assessore o gruppo politico rinunciasse a 10.000 € per ogni capitolo di spesa del bilancio per raggiungere una cifra vicino al milione in grado realmente di aiutare le fasce deboli del territorio». Come a dire: meno feste e convegni, più «sostanza» per non trasformare la lotta alla povertà in un mero spot elettorale.

©riproduzione riservata