Torre del Greco: orari e formazione, la rivolta dei marittimi
Torre del Greco. “Marittimi schiavi, orari fuorilegge”. E poi: “Giù le mani dai fondi di formazione”. “Riappropriamoci del diritto alla salute dei marittimi”. Sono solo alcuni degli striscioni che, ieri mattina, i lavoratori del mare hanno apposto all’esterno dei Molini Meridionali Marzoli, sede della Capitaneria di Porto e anche di alcuni uffici comunali, per protestare a loro dire sulle condizioni in cui i lavoratori del mare sono costretti a lavorare. Si tratta del secondo appuntamento di protesta che è stato portato avanti nel giro di un mese. Lo scorso 9 aprile, infatti, i lavoratori iscritti al sindacato Orsa organizzarono un sit-in davanti agli uffici della Cassa Marittima di Torre del Greco. I marittimi del secondo comparto italiano per numero di matricole scesero sul piede di guerra per portare all’attenzione delle istituzioni – a partire dal governo di centrodestra guidato dal premier Giorgia Meloni fino al Comune guidato dal sindaco Luigi Mennella – le gravi problematiche della gente di mare. Al grido di «abbiamo il diritto alla salute» una folta rappresentanza di lupi di mare – in larga parte legati al sindacato Orsa Marittimi – presidiò per alcune ore la sede dei servizi territoriali per l’assistenza sanitaria al personale. Ai cancelli della struttura furono «stesi» due significativi striscioni: «Il governo ha ridotto l’indennità di malattia dal 75% al 40%, creando disagi e togliendo il diritto alla salute: no alle proroghe per il personale straniero» il messaggio del primo, mentre sul secondo si leggeva «tagli per i marittimi favorendo armi per la guerra: governo e armatori, basta lucrare sulla salute dei marittimi». Il sit-in arrivò a pochi giorni dalla partecipazione del sindacato Orsa Marittimi di Torre del Greco alla manifestazione organizzata a Roma contro il riarmo dell’Unione Europea. «Il nostro obiettivo – furono le parole del segretario nazionale Gennaro Bottiglieri – è fare luce sulle difficoltà quotidiane che i marittimi affrontano a causa delle condizioni di lavoro precarie, delle politiche inadeguate e delle discriminazioni in ambito lavorativo, che vanno a compromettere i diritti dei lavoratori e la loro stessa sicurezza». Molti marittimi vivono in una condizione di precarietà lavorativa, con contratti a termine e senza garanzie di stabilizzazione. Il sindacato ORSA ha evidenziato che alcuni lavoratori sono precari da oltre 20 anni, una situazione che richiede interventi urgenti per garantire maggiore sicurezza e continuità lavorativa . Le condizioni di lavoro a bordo delle navi sono spesso difficili, con turni prolungati e in ambienti isolati. I marittimi chiedono il riconoscimento di questi fattori e l’adozione di misure che migliorino la qualità della vita lavorativa, inclusa la possibilità di avere rappresentanze sindacali a bordo per garantire il rispetto dei contratti e delle norme di sicurezza. Queste problematiche hanno portato a diverse manifestazioni e sit-in organizzati dal sindacato ORSA, tra cui l’ultima quella di ieri presso la Capitaneria di Porto di Torre del Greco.


