Castellammare. Tragedia della Funivia, sospetti sui controlli prima della riapertura
Potrebbero esserci errori di progettazione o negligenza rispetto alla manutenzione, il controllo, la verifica, la vigilanza e l’ispezione, dietro la caduta della cabina della Funivia del monte Faito dello scorso 17 aprile, che provocò la morte di quattro persone. E’ quanto emerge dagli atti dell’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica di Torre Annunziata (sostituti procuratori Riccio e Schioppi), che hanno iscritto venticinque persone nel registro degli indagati prima di procedere all’incidente probatorio, per cui sarà dato incarico il prossimo 23 maggio. Un atto dovuto anche per consentire a tutti gli indagati di poter nominare i propri consulenti tecnici.I reati ipotizzati sono di disastro colposo e omicidio colposo plurimo, mentre ad alcuni degli indagati viene contestato anche il falso in atto pubblico. Tra i nomi degli indagati figura anche quello del presidente dell’Eav, Umberto De Gregorio – manager di fiducia del governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca -, in qualità di legale rappresentante della holding regionale dei trasporti. «Confermo la mia assoluta fiducia nella giustizia, sono sereno, e confermo la massima collaborazione con gli organi inquirenti», ha commentato attraverso i suoi profili social De Gregorio. Mentre, appena appresa la notizia che il presidente dell’Eav era indagato, la Lega ha chiesto le sue dimissioni. «Le indagini della Procura mettono fine al rimpallo di responsabilità, restiamo garantisti, ma deve dimettersi», ha detto il consigliere regionale Severino Nappi.Le indagini della Procura, intanto, si stanno concentrando in particolare sui cavi, le funi, la testa fusa e i freni della Funivia del Monte Faito. Così l’inchiesta si è allargata anche alle ditte che hanno eseguito i lavori di manutenzione straordinaria e ordinaria dell’impianto, alle società che hanno collaudato gli interventi, alla stessa Ansfisa (Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali) che deve certificare il corretto funzionamento del sistema di trasporto, e i dipendenti di Eav addetti alla Funivia che dovevano svolgere i controlli obbligatori periodici.In un primo momento, erano stati iscritti nel registro degli indagati: Pasquale Di Pace, capo servizio della Funivia del Faito; Pasquale Sposito, direttore operativo centrale di Eav; Giancarlo Gattuso, dirigente infrastrutture della holding regionale dei trasporti; Marco Imparato, direttore di esercizio della Funivia del Faito. Adesso, oltre a De Gregorio, tra gli indagati figurano anche Roman Parth e Franz Parth, entrambi di Bolzano, rispettivamente tecnico e legale rappresentante della ditta Franz Parth & Co che nel gennaio del 2024 avevano effettuato i lavori di rifacimento delle teste fuse della Funivia, ovvero il sistema di aggancio tra le funi traenti e le cabine.Assieme a lor sono indagati anche Boris Sosic, di Udine, tecnico e amministratore unico della ditta Seis srl, che a febbraio 2025 ha effettuato i controlli non distruttivi e gli esami magneto-induttivi delle funi; Pierfrancesco Cappellari, di Vicenza, tecnico e amministratore unico della ditta Lamet srl, che a marzo 2025 ha proceduto all’assistenza alle prove di frenata, anche di emergenza, della funivia; Andrea Lallini e Luca Lallini, rispettivamente di Roma e Anacapri, legali rappresentanti della ditta Sacmif srl, che dal 2022 al 2024 hanno effettuato i controlli non distruttivi e gli esami alle funi e gli esami visivi dell’attacco delle teste fuse.A loro si aggiungono nell’elenco degli indagati anche tutti i dipendenti Eav che erano addetti alle prove giornaliere, mensili e trimestrali della Funivia dall’inizio del 2025 fino alla messa in funzione dell’impianto del 10 aprile scorso. Si tratta di: Massimo Amitrano (il vetturista che era riuscito a mettere in salvo i nove turisti rimasti bloccati nella cabina che stava raggiungendo la stazione a valle, proprio il 17 aprile), Alfredo Ciliberti, Salvatore Cirillo, Aniello Colucci, Giovanni De Simone, Domenico Donnarumma, Giuseppe Esposito, Luca Fontana, Antonio Gargiulo, Enrico Mirolla e Giovanni Pisacane. Infine, i due ingegneri di Ansfisa, Francesco Esposito e Pasquale Gravina, che hanno partecipato all’ispezione annuale all’inizio del 2025.A Pasquale Di Pace, Giuseppe Esposito, Massimo Amitrano, Alfredo Ciliberti, Salvatore Cirillo, Aniello Colucci, Giovanni De Simone, Domenico Donnarumma, Luca Fontana, Antonio Gargiulo, Enrico Mirolla, Giovanni Pisacane, Francesco Esposito e Pasquale Gravina, la Procura contesta anche il possibile falso ideologico perché «attestavano l’assenza di criticità o comunque di problematiche circa il funzionamento dell’impianto, consentendone prima la riapertura al pubblico il 10 aprile 2025, poi il prosieguo delle attività. Circostanze rivelatesi false a fronte dell’evento disastroso consistito nella precipitazione della cabina 2», scrivono i pm.

