Sinner in finale a Roma. L’ultimo italiano fu Panatta, che si piegò a Borg
SPORT
16 maggio 2025

Sinner in finale a Roma. L’ultimo italiano fu Panatta, che si piegò a Borg

metropolisweb

Un boato ha scosso il Foro Italico. Jannik Sinner ha compiuto l’impresa: è in finale agli Internazionali d’Italia. Un traguardo che mancava da 47 anni, esattamente dal 1978, quando Adriano Panatta fu l’ultimo italiano a spingersi fino all’atto conclusivo del torneo romano. Ma per trovare l’ultimo trionfo azzurro, bisogna tornare ancora più indietro: 1976, l’anno magico del tennis italiano.

Le imprese di Panatta

Nel 1976, Adriano Panatta, simbolo di eleganza e talento, conquistava il pubblico italiano battendo in finale l’argentino Guillermo Vilas, uno dei più temibili specialisti della terra rossa. Fu una partita epica, chiusa in quattro set: 2-6, 7-6, 6-2, 7-6. Quello stesso anno, Panatta avrebbe poi trionfato anche al Roland Garros, diventando leggenda. Due anni dopo, nel 1978, ci riprovò, ma dovette arrendersi in una durissima finale al talento glaciale di Björn Borg, che lo sconfisse in cinque set: 1-6, 6-3, 6-1, 4-6, 6-3. Da allora, nessun italiano era più riuscito a riportare il tricolore in finale sul rosso di Roma. Decenni di sogni infranti, talenti promettenti, ma mai davvero capaci di sfondare il muro dei grandi.

La nuova era: Jannik Sinner

Ora, nel 2025, Jannik Sinner riscrive la storia. L’altoatesino, attuale numero uno del mondo, conferma con questa finale il suo ruolo da protagonista assoluto nel tennis mondiale. Non solo talento, ma anche maturità tattica, resistenza mentale e una determinazione feroce. La sua cavalcata romana ha entusiasmato i tifosi: servizio potente, diritto penetrante, una calma glaciale anche nei momenti più critici. Roma, finalmente, è di nuovo azzurra.

Una sfida stellare: Sinner vs Alcaraz

Dopo aver sconfitto in semifinale l’americano Tommy Paul con il punteggio di 1-6, 6-0, 6-3, Sinner si prepara ad affrontare in finale lo spagnolo Carlos Alcaraz, che ha superato Lorenzo Musetti con un doppio 6-3, 7-6. Sarà una sfida tra due dei più giovani e talentuosi tennisti del circuito, entrambi a caccia del loro primo titolo agli Internazionali d’Italia. Oltre il risultato: una rinascita nazionale.

La finale raggiunta da Sinner non è solo un traguardo personale, ma rappresenta un simbolo collettivo. Il tennis italiano sta vivendo una vera e propria età dell’oro, con tanti giovani tra i primi del mondo e una base di appassionati in crescita esponenziale. L’impresa di Sinner ha risvegliato un entusiasmo che sembrava appartenere solo ai racconti degli anni ’70, quando Panatta, Barazzutti e Bertolucci erano gli eroi della racchetta.

Un’eredità che si rinnova

Nel confronto tra Panatta e Sinner si intrecciano stili, epoche e personalità diverse. Panatta fu artista e ribelle, simbolo di un’Italia creativa e imprevedibile. Sinner è il volto della nuova generazione: metodico, silenzioso, letale. Eppure entrambi hanno saputo accendere l’orgoglio nazionale su un campo che è molto più di un’arena sportiva: il Centrale del Foro Italico è storia, emozione, mito. Ora non resta che attendere l’ultimo atto. Panatta vinse nel 1976, Sinner può farlo nel 2025. Dall’argilla di Roma potrebbe sorgere un nuovo campione. Il cerchio, dopo 47 anni, potrebbe finalmente chiudersi.