Terzigno. Una salvezza sofferta, ma conquistata con merito. Il Terzigno calcio chiude il campionato di promozione raggiungendo l’obiettivo stagionale della salvezza ai playout e lo fa dopo un’annata di profonda trasformazione, dentro e fuori dal campo. A raccontare le tappe di questo percorso è il direttore sportivo Francesco Prisco (nella foto), protagonista silenzioso di una piccola impresa sportiva costruita tra difficoltà economiche, scelte coraggiose e tanta fiducia nei giovani. «La società è cambiata completamente dallo scorso anno – spiega Prisco – da direttore sportivo e insieme alle altre figure abbiamo costruito una squadra da capo. Non è stato semplice: il budget a disposizione era molto ridotto e abbiamo dovuto fare scelte oculate. A gennaio siamo riusciti anche a rinforzare l’organico. Nonostante tutto, abbiamo raggiunto una grande salvezza e questo risultato per noi ha un valore immenso». Uno dei pilastri principali della stagione è stato un giovanissimo attaccante: «Il giocatore più efficace è stato senza dubbio Prisco, un ragazzo classe 2004. Ha segnato una decina di gol, si è rivelato un leader autentico nonostante la giovane età, anche grazie alla presenza e all’esperienza di Scarpa. I loro gol ci hanno salvato. Prisco ha 20 anni, è di San Giuseppe Vesuviano e da tre stagioni è con noi. Il primo anno ha giocato da under, poi ha fatto sei mesi alla Mariglianese con 8 gol in 10 partite. È cresciuto tantissimo. Quando è tornato, abbiamo deciso di puntare su di lui e su altri giovani». La scelta sui giovani è stata quasi obbligata, ma ha anche mostrato una visione tecnica chiara. «Abbiamo una rosa giovanissima, con tanti ragazzi del 2006, 2007 e persino 2008. Per il tipo di campionato che abbiamo fatto, il merito va dato anche al nostro allenatore, Gennaro Cardamone, che proveniva dal settore giovanile della Turris. È stato un nome che voluto con convinzione. Lo avevo scelto e lo ho difeso anche nei momenti difficili, quando i risultati tardavano ad arrivare. Alla lunga, ha dimostrato il suo valore». Il playout ha rappresentato il momento decisivo della stagione, vissuto con un misto di tensione e rivincita. «In una partita secca non ci si può permettere errori. È stata una vera rivincita. Abbiamo dominato tante gare in campionato, spesso sprecando troppo. Anche nel playout abbiamo sbagliato molti gol, ma alla fine abbiamo portato a casa quello che meritavamo». Un altro fattore chiave è stato il ritorno dopo 18 anni nello stadio di casa, a Terzigno. «Questo ha dato una spinta ulteriore. Giocare finalmente di nuovo nel nostro stadio ha fatto la differenza. I tifosi ci sono stati vicini, sempre. Abbiamo anche un piccolo gruppo organizzato che ci segue ovunque. Quando abbiamo vinto il playout, i calciatori sono andati sotto la curva, ma non tutti l’hanno presa bene: i tifosi erano spaventati dall’idea stessa del playout. Non volevano arrivarci. Da direttore sportivo, però, dico che i ragazzi hanno dato tutto. Dopo la gara ci siamo chiariti anche con i tifosi. Ho parlato direttamente con loro, li ho rassicurati. Mi auguro che siano comunque soddisfatti, anche se comprendo la loro frustrazione. Sono sicuro che il prossimo anno si possa fare qualcosa di meglio».La salvezza, però, non è stata frutto solo del lavoro sul campo. Prisco ha voluto puntare anche su volti storici del calcio locale per ridare identità al club. «Abbiamo introdotto in società figure di grande esperienza come Camillo Annunziata, oggi presidente onorario, e persone competenti come Pasquale Di Prisco e Ciro De Falco, che curano il settore giovanile. È stata una mia scelta che si è rivelata vincente. La loro presenza ha dato stabilità e competenza in un momento delicato». Con una base solida, una rosa giovane ma promettente, e una società che si sta ristrutturando con attenzione, il Terzigno guarda ora al futuro con maggiore fiducia. Il primo passo è stato salvarsi. Il prossimo sarà dare continuità.
SPORT
16 maggio 2025
Terzigno calcio, salvezza ai play-out: «Ora programmiamo»