Medici di famiglia: fino a 2mila assistiti a testa. Così non si garantisce l’assistenza
Molti medici di medicina generale hanno superato di gran lunga il numero massimo di assistiti previsto dall’articolo 38 dell’Accordo collettivo nazionale (Acn) in vigore. Molti, in Campania, addirittura hanno più di 2mila pazienti.
“Con questi numeri è impossibile fornire un’adeguata assistenza sanitaria a tutti e, al contempo, risulta difficile assicurare la prevenzione e l’esecuzione degli screening”. E l’allarme lanciato da Giovanni Senese, segretario regionale Campania del Sindacato medici italiani (Smi).
“Le criticità – spiega Senese – sono maggiori nelle aree ad elevata densità abitativa e negli studi associati con più di 2 medici insieme, dove le sale di attesa degli studi medici sono pienissime tanto che, a volte, sorgono problemi di ordine pubblico. Molti sono stati, infatti, gli interventi delle forze dell’ordine registrati nelle ultime settimane per le aggressioni a medici, a segretarie e al personale di studio, e tante risultano essere state le diffide degli amministratori dei condomini per danni alle strutture”.
E ancora: “Abbiamo chiesto alle aziende sanitarie locali di rispettare il massimale previsto dal contratto e ridistribuire gli assistiti in modo uniforme sul territorio ai medici disponibili – rimarca Senese – Riteniamo che si debbano conferire incarichi temporanei utilizzando anche le strutture pubbliche delle Asl per fronteggiare l’emergenza, tutelando il lavoro dei medici di famiglia e la continuità assistenziale” per i cittadini. “Chiediamo, infine, alla Regione Campania dovuti investimenti nel prossimo Accordo integrativo regionale (Air) per la medicina generale – conclude il segretario regionale Smi – al fine di bloccare la fuga dei giovani medici da questa splendida professione”.

