Castellammare. Il comandate del Vespucci: «Il nostro viaggio per il mondo in segno di pace»
CRONACA
18 maggio 2025

Castellammare. Il comandate del Vespucci: «Il nostro viaggio per il mondo in segno di pace»

Michele De Feo

«Abbiamo incontrato i popoli di tutto il mondo e siamo stati accolti calorosamente da tutti portando in giro per il mondo l’Amerigo Vespucciì. Il nostro viaggio è un messaggio di pace». E’ un ossimoro, quasi un paradosso, perché un segnale di pace possa arrivare da una nave al servizio della marina militare. Ma il Vespucci non è solo una nave scuola per i soldati che devono addestrarsi. E’ cultura, tradizione, e il suo viaggio per il mondo è il collante dell’Italia con l’intero pianeta. Il comandante dell’Amerigo Vespucci, Giuseppe Lai, ieri mattina ha messo piede nella terra dove 94 anni fa la sua nave, la più bella del mondo, ha solcato per la prima volta il mare per non abbandonarlo mai più. L’ufficiale della marina militare italiana è stato ospite a Palazzo Farnese dove è stato accolto dalle più alte istituzioni civili e militari della città di Castellammare di Stabia. Ad accompagnarlo il suo ammiraglio, Salvatore Vitiello, compagno di viaggio, insieme agli oltre 400 marinai, nel secondo giro del mondo che la nave scuola della marina militare italiana si appresta a terminare il prossimo 10 giugno a Genova. La visita degli ufficiali, come spiegato dal sindaco di Castellammare Luigi Vicinanza, non era prevista dal piano di viaggio del Vespucci. «Ho scritto una lettera al comando della Marina Militare chiedendo che la nave passasse nella città dove è stata costruita», ha detto Vicinanza che commosso ha letto la missiva di risposta che dava l’ok all’arrivo del Vespucci, solo al largo delle coste stabiesi. «Quando ieri sera siamo arrivati a Castellammare abbiamo visto dei fuochi d’artificio- dice il comandante- abbiamo voluto pensare che fossero per noi». Tra acque tormentate dai pirati, ad altre ancora sconosciute, tempeste, e onde alte sei metri, il veliero costruito a Castellammare di Stabia ha completato il suo secondo giro del mondo. Una vera e propria impresa considerando la tecnologia e la struttura dell’imbarcazione che può raggiungere appena i soli 11 nodi di velocità con il vento in poppa. «Attraversare Capo Horn è stato il momento più difficile del viaggio- ha spiegato il comandante- lungo gli stretti c’erano gli scafi dei velieri affondati e terre che sono state mappate l’ultima volta nel 1700. Il lavoro sul Vespucci insegna che solo insieme, lavorando nella stessa direzione, si possono raggiungere i grandi risultati».L’equipaggio e gli ufficiali del Vespucci si sono confrontati con popoli e culture diverse. «Non posso ancora dire quale sia stata la tappa che più mi è rimasta nel cuore- spiega il comandante- fare questi viaggi è come assaggiare ogni giorno un buon vino che ti lascia il sapore. Ora mi sto ancora godendo il nostro attracco a Napoli».