Castellammare. Ruotolo: «La camorra si nasconde dietro le liste civiche»
Castellammare. «La camorra si nasconde nelle liste civiche». E’ questa in sintesi la prima conclusione sull’analisi del voto effettuato dall’Osservatorio della camorra a Castellammare di Stabia, onlus la cui creazione è stata promossa dall’europarlamentare e consigliere comunale del Partito Democratico Sandro Ruotolo. Ieri mattina, nei locali del circolo della Legalità a piazza Principe Umberto I, un bene confiscato alla camorra, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione dei primi sei mesi di studio sul fenomeno camorristico a Castellammare con un occhio di riguardo ai flussi di voto nell’ultima tornata elettorale relativa all’elezioni amministrative. «Questo dossier è stato già consegnato al Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata e al Prefetto di Napoli», ha annunciato Ruotolo mentre consegnava un plico di 15 fogli contenente la relazione finale elaborata dal professore di Sociologia dell’università Federico II, Luciano Brancaccio. Al suo interno sono illustrati una serie di grafici, numeri e rapporti che hanno descritto analiticamente il flusso dei voti a Castellammare di Stabia durante la scorsa campagna elettorale. «La camorra ha votato a Castellammare, come ha sempre fatto, eleggendo i suoi rappresentati anche nel 2024 – ha detto Ruotolo che ha anche risposto ad alcune critiche che gli sono state mosse nel corso dell’ultimo consiglio comunale – Ho accettato questo incarico, quello di consigliere comunale, consapevole che la mia presenza in assise non sarebbe mai potuta essere costante. Ma in consiglio ci sono i nostri sostituti e la mia presenza sul territorio la faccio sentire anche con queste iniziative. Io non me ne vado, rimango qui perché a Castellammare abbiamo iniziato un lavoro fondamentale, quello della lotta alla camorra. Sconfiggere l’illegalità significa battersi per i diritti civili». In sala erano presenti, tra i tanti, il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Vicinanza, il presidente del consiglio comunale, Roberto Elefante, e l’ex sindaco Salvatore Vozza. «Non mi ha convinto la scelta del metodo di elezione degli scrutatori per il referendum – ha aggiunto infine Ruotolo – Sull’ultima inchiesta dell’Antimafia, che ha fatto emergere contatti tra camorra e comune, sono stato l’unico a parlare. Dobbiamo sconfiggere anche questo senso di omertà». Dal rapporto illustrato dal professor Brancaccio viene fuori, attraverso quella che è «un’analisi scientifica», «un forte indebolimento della politica» dovuto «all’esistenza di forme di potere fuori dal suo controllo». In particolare il professore universitario si è concentrato su alcuni dati numerici. Il primo è stato quello relativo all’affluenza alle urne e qui Castellammare ha dimostrato una controtendenza visto che il tasso è salito rispetto all’ultima tornata di sei anni fa. Poi al numero di listi civiche in sostegno ai candidati sindaco. A mettere in allarme è però l’analisi della gerarchizzazione del voto, il cosiddetto indice di Gini. Si tratta di un rapporto dato dalle preferenze degli elettori associato al luogo della sezione e ad un singolo candidato. Il tasso su tutta Castellammare è di 0,203, a Ponte Persica, roccaforte del clan Cesarano, lo 0,69, e a Scanzano, fortino dei D’Alessandro, lo 0,364. Numeri più alti rispetto alla media e che hanno fatto emergere «la scarsa concorrenza rispetto ad altri candidati nei due quartieri roccaforte dei clan». Alla fine della presentazione ha preso la parola il sindaco Luigi Vicinanza: «Stiamo lavorando ogni giorno per combattere la camorra- ha detto il sindaco- una battaglia che stiamo conducendo cercando di levare spazi alla criminalità organizzata».


