Torre del Greco, l’ex sindaco Borriello prepara il ritorno e già «corteggia» i suoi ex alleati
CRONACA
25 maggio 2025

Torre del Greco, l’ex sindaco Borriello prepara il ritorno e già «corteggia» i suoi ex alleati

Alberto Dortucci

Torre del Greco. Una premessa corre d’obbligo: alle prossime elezioni a Torre del Greco mancano – salvo improvvisi colpi di scena – esattamente tre anni. E in tre anni qualsiasi scenario politico può cambiare in modo radicale. Ma oggi c’è una (nuova) certezza all’ombra Vesuvio: l’ex sindaco Ciro Borriello sogna il ritorno con la fascia tricolore a palazzo Baronale e – a dispetto dell’addio alla politica già annunciato due volte negli ultimi due anni – già avrebbe iniziato a tessere la tela per mettere in piedi una coalizione in grado di contrastare (e battere alle urne) l’attuale squadra di governo cittadino a trazione Pd-M5S guidata da Luigi Mennella.

L’indizio elettorale

Che qualcosa fosse cambiato nei piani di Ciro Borriello era stato chiaro già a metà settimana, quando – in concomitanza con gli arresti per mazzette dei sindaci di Sorrento e San Vitaliano, peraltro entrambi di area centrosinistra – i muri della città sono stati tappezzati di manifesti giganti con l’immagine del chirurgo plastico di via del Monte e un messaggio, a caratteri cubitali, chiaro e diretto: «Ciro Borriello assolto con formula piena perchè il fatto non sussiste» a sottolineare l’esito del calvario giudiziario legato all’inchiesta condotta dalla procura di Torre Annunziata sulle presunte (e inesistenti, secondo i giudici) mazzette da 20.000 euro al mese intascate dall’ex deputato di Forza Italia per l’appalto della raccolta dei rifiuti in città. Il manifesto è arrivato a 50 giorni dalla sentenza di primo grado, come a confermare il cambio di rotta rispetto al proposito a caldo manifestato da Ciro Borriello di abbandonare la scena politica. D’altronde non è un mistero che l’ex sindaco-sceriffo abbia sempre individuato nel processo in corso sul business Nu la principale causa della sconfitta al ballottaggio contro l’ex vicepresidente di Gori. E ora, archiviata la grana con la magistratura, sarebbe pronto a lanciare il guanto di sfida per la «rivincita».

La caccia ai grandi ex

Il primo step della strategia per la (ri)conquista del Comune prevede il «recupero» degli storici sostenitori e simpatizzanti lascianti andare (con eccessiva superficialità) in occasione delle ultime elezioni: veri e propri «big del voto» alla fine risultati decisivi per il successo di Luigi Mennella, ma – in questi primi due anni di mandato del leader locale del Pd – mai entrati completamente in sintonia con la coalizione di centrosinistra. Non a caso qualche emissario è stato già inviato a sondare lo «stato d’animo» dei relegati nel «purgatorio» di palazzo Baronale: a partire da Annalaura Guarino – erede di Ferdinando Guarino, già entrata in diverse occasioni in rotta di collisione con le «linee di indirizzo» dettate dall’attuale amministrazione comunale – fino a Salvatore Gargiulo, appeso al filo di una promessa di «visibilità» con scadenza dicembre del 2025. Ma la caccia ai grandi ex si potrebbe ulteriormente allargare a due nomi in grado di assicurare (almeno) 1.600 preferenze a ogni tornata elettorale: Antonio D’Ambrosio – il figlio d’arte a capo della lista civica Movimento Popolare Torrese, fino a oggi «parcheggiato» ai margini della giunta con le semplici deleghe al cimitero e alle strisce blu – e Felice Gaglione, il «deus ex machina» delle politiche sociali in città. D’altronde, il rinnovo del «matrimonio» con mister 1.200 voti sembrava cosa fatta già alla vigilia del voto del 2023. Poi la partnership elettorale con Iolanda Mennella – cugina del sindaco – convinse l’ex delfino di Donato Capone a saltare sul carro del centrosinistra, poi trascinato alla vittoria. Ma qualcosa nel rapporto fiduciario con il primo cittadino sembra essersi incrinata rispetto alla «luna di miele» di inizio mandato e il ritorno al «primo amore» non sarebbe da escludere a priori.

Le spine in casa

Se le grandi manovre per «agganciare» i delusi dell’attuale amministrazione comunale sono state già avviate da qualche giorno, il vero nodo da sciogliere per Ciro Borriello resta all’interno della propria coalizione. Se l’ex deputato di Forza Italia può contare sullo zoccolo duro di una schiera di fedelissimi – non a caso, già riuniti a cena a metà settimana dall’ex consigliere comunale Pasquale Brancaccio, chiamato a sondare gli «umori» degli alleati – non può ignorare come la decisione di restare negli scranni dell’opposizione in consiglio comunale abbia inevitabilmente deluso le aspettative di Dario Colombo, commissario cittadino dei berluscones e «successore» in aula in caso di dimissioni di Ciro Borriello. Non a caso, già da qualche settimana, gli azzurri di Torre del Greco hanno aperto le porte della sede di via Circonvallazione a Luigi Caldarola, già candidato nel 2023 a capo di una coalizione civica e individuato come possibile alternativa (credibile) del centrodestra a Luigi Mennella & company.

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