Appalti e mazzette a Sorrento, l’insaziabile sindaco «tirava» sulla percentuale allo staffista
Sorrento. È un quadro a tinte fosche quello con cui il gip Emanuela Cozzitorto del tribunale di Torre Annunziata «dipinge» il sindaco Massimo Coppola all’interno delle motivazioni con cui è stato convalidato l’arresto in carcere per il primo cittadino di Sorrento.
Una figura dalla «allarmante pervicacia» – scrive il magistrato – arrivata a minacciare l’imprenditore vittima di tangenti perfino durante l’ultima cena in un locale della penisola.
Una cena indigesta per il sindaco – arrestato in flagranza all’uscita dal locale, insieme allo staffista-giornalista Francesco Di Maio – già a partire dall’antipasto. Da quando cioè l’imprenditore si era presentato con una bustarella di «soli» 6.000 euro – in banconote da 50 euro, tutte preventivamente fotocopiate a beneficio della guardia di finanza – anziché dell’attesa tranche finale da 24.000 euro (su 120.000 euro pattuiti per l’aggiudicazione dell’appalto».
Così durante la serata non erano mancate velate minacce relative all’esito delle future gare d’appalto del Comune di Sorrento a cui la ditta dell’imprenditore avrebbe potuto partecipare.
D’altronde la sete di denaro dell’avvocato alla guida della città di Torquato Tasso dal 2020 viene evidenziata in un eloquente passaggio del provvedimento firmato dal gip Emanuela Cozzitorto: il suo complice-consulente Francesco Di Maio era solito trattenere per sé il 30% delle mazzette destinate al sindaco e in diverse occasioni Massimo Coppola avrebbe protestato con lo staffista-giornalista perchè riteneva la percentuale eccessiva.


