Appalti e mazzette a Sorrento, l’ex assessore cacciata da Coppola: «Ora tutto ha un senso…»
Sorrento. È stata al centro di un duro scontro politico con il sindaco – oramai ex – Massimo Coppola, arrestato per tangenti la scorsa settimana.
Ora l’ex assessore Rossella Di Leva non per l’occasione per commentare lo scandalo che ha travolto l’amministrazione comunale di Sorrento.
In un lungo posto su Facebook, sottolinea i momenti difficili passati in giunta e collega l’ostracismo politico alle recenti indagini della Guardia di Finanza che hanno portato alla luce il sistema Sorrento: «I gravi fatti che dal 20 maggio si sono succeduti nella Nostra Sorrento ci hanno spiazzati, sconvolti ed ammutoliti – esordisce Rossella Di Leva -. Ma il grande senso di responsabilità e di azione civica nei confronti delle Istituzioni ci ha spinto ad andare avanti, per far camminare la macchina amministrativa tenendo fede al giuramento prestato agli Elettori e allo Stato Italiano. Ma con il passare delle ore è stato sempre più chiaro che non vi erano i presupposti per proseguire. Le dimissioni non sono un atto di abbandono stante la necessità di offrire ai Cittadini un gesto forte e necessario, per affermare la propria estraneità ai fatti criminosi imputati nell’ordinanza di custodia cautelare, e per allontanarsi e lasciare al Prefetto la possibilità di adottare ogni altro possibile provvedimento atto ad assicurare la Governance dell’Ente Pubblico. Quale Consigliere, prima, ed Assessore poi, ho fatto di tutto per onorare le persone che cinque anni fa mi scelsero per rappresentarle».
Poi l’attacco frontale al sindaco ora detenuto: «Tutto questo, anche quando non trovavo l’assenso all’interno del consesso cittadino, la mia visione della citta’ non sempre era condivisa. Avrei voluto portare avanti tanti altri progetti, vi assicuro bellissimi. Ora molte cose verificatesi nel corso degli ultimi anni, trovano un senso, ora capisco il perché degli attacchi subiti sui media…..come una strategia precisa per annullarmi politicamente.Da oggi torno ad essere una normale cittadina».

