Gragnano. Il presidente dell’osservatorio della legalità: «La città schiava del clan, i parlamentari ci hanno lasciati soli»
«Gragnano vive da anni in una condizione omertosa perché lo Stato, la politica nazionale e regionale, l’ha lasciato da sola». A dirlo è Vincenzo Zurlo, presidente dell’Osservatorio della Legalità del comune di Gragnano. Nei giorni scorsi si è ricordato con un memorial l’imprenditore gragnanese Michele Cavaliere, ammazzato negli anni ’90 dai sicari della camorra perché non si era piegato al pizzo. «Ricordare l’esempio di Cavaliere è importante soprattutto se pensiamo alla situazione attuale che sta vivendo Gragnano, una città che vive in una condizione di omertà», dice Zurlo. Il riferimento è relativo ai retroscena dell’ultima inchiesta della Dda di Napoli sul clan Di Martino, la cosca egemone sul territorio dei Monti Lattari. Dalle carte è infatti venuto fuori che attualmente nella città di Gragnano sarebbero sotto estorsione almeno 250 attività. Nessuna denuncia è mai pervenuta alle forze dell’ordine. Una condizione che difatti ha «salvato» dal carcere i principali esponenti del clan fondato negli anni ’90 dal boss Leonardo Di Martino. Ma per Zurlo l’omertà è ormai diventata sintomatica in città: «Oltre dalle inchieste della Dda, l’omertà viene fuori anche da altre faccende giudiziarie gravi- dice Zurlo- Penso all’inchiesta relativa al dramma di Alessandro Cascone, vittima dei bulli. I militari che hanno indagato hanno trovato una cortina di silenzio tra i professori e le personalità scolastiche». L’omertà per Zurlo è anche dovuta al silenzio della politica nazionale e regionale, rimasta in un «tombale silenzio» in merito all’ultima inchiesta della Dda: «Con il sindaco di Gragnano e come Osservatorio della Legalità ci siamo già mossi per mettere in campo delle iniziative per sensibilizzare la cittadinanza sulla tematica della legalità ma- aggiunge Zurlo- la città è stata lasciata sola dalla politica nazionale e da quella regionale. Abbiamo due parlamentari, peraltro residenti a Gragnano. Nel giorno del blitz nessuno di loro ha preso la briga di scrivere un comunicato, di alzare il telefono e chiamare il Prefetto e magari di organizzare un comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza a Gragnano». Per Zurlo la mancata denuncia da parte degli imprenditori è dovuta all’attuale squilibrio di forze tra Stato e camorra sul territorio: «Se nessuno denuncia è perché c’è una percezione da parte delle vittime di una eccessiva forza dell’Antistato sul territorio. Ciò logicamente porta paura. Basterebbe davvero poco- dice Zurlo- per provare a replicare esperienze positive come a Torre Del Greco e a Ercolano dove ai clan sono stati inflitti gravi colpi per via delle denunce degli imprenditori. Basterebbe parlare di più e senza paura di camorra anche a Gragnano. Il sindaco Nello D’Auria è molto sensibile alla tematica e lo sta dimostrando con i fatti, e abbiamo la fortuna di avere un pm, Giuseppe Cimmarotta,che si occupa delle inchieste sul territorio estremamente». Per Zurlo «Bisogna avere il coraggio di ammettere che Gragnano è una città non solo magnifica e ricca di eccellenze, ma anche di camorra».


