Il Liceo Severi di Castellammare vince un premio col progetto “I veleni delle ecomafie”
Castellammare. A conclusione del progetto “I veleni delle Ecomafie”, promosso dal ministero di cui il liceo scientifico “Severi” di Castellammare era Scuola capofila, gli allievi della classe 3Dl hanno realizzato un video per spiegare ai compagni dell’istituto come si attua la raccolta differenziata all’interno del nostro istituto. “Con il video abbiamo partecipato al bando per una borsa di studio di 1500 euro e per la provincia di Napoli abbiamo vinto noi” spiegano le studentesse.“L’obbiettivo del progetto era quello di comprendere il collegamento tra raccolta differenziata e mafia. generalmente si pensa che differenziare correttamente sia solo rispetto per l’ambiente, che sia un comportamento ecologicamente corretto, che sia un’azione di difesa per la natura. Ma non è solo questo, perchè differenziare significa anche contrastare i traffici illegali. Le organizzazioni criminali commerciano i rifiuti che le comunità non riescono a smaltire in maniera legale. I rifiuti differenziati possono essere riciclati, mentre una massa enorme di rifiuti non riciclabili diventa una miniera d’oro per le mafie, che in cambio di lauti compensi li seppelliscono ovunque nel mondo, anche in territori a noi vicini” si legge nel progetto. Il progetto era strutturato in incontri formativi con un educatore di lega ambiente: un incontro sul tema della raccolta differenziata virtuosa, che può essere una risorsa per la comunità e un secondo incontro sui traffici illegali che arricchiscono le mafie.Sono state poi realizzate due uscite sul territorio: una presso la Cartesar in provincia di Salerno dove gli studenti hanno assistito al processo di lavorazione della carta da riciclare, l’altra presso un bene confiscato alla mafia: ‘il circolo della legalita’ di Castellammare’.“Su questo obbiettivo abbiamo lavorato con l’educatrice attivista dell’associazione Tram, che ci ha sollecitato a riflettere sulla differenza fondamentale tra stare in un luogo, in maniera passiva e indifferente e abitare un luogo sentendolo proprio” scrivono gli studenti. “Come ultimo step, abbiamo assistito a uno spettacolo su i traffici illegali dei rifiuti. uno dei prodotti finali di questo nostro progetto è il video che abbiamo presentato”.


