Ottaviano. Gli studenti del Liceo Diaz contro la violenza sulle donne
Hanno raccontato i volti delle donne vittime di femminicidio. Un tema purtroppo di agghiacciante attualità, con l’ultimo episodio emerso proprio ieri (vedi pag.2-3) e che vede protagonisti due giovanissimi, sia nel ruolo di vittima che di assassino.
Hanno ripercorso le storie di violenza e messo, nero su bianco, il dolore di chi ha visto il proprio volto ospitare schiaffi e non carezze. Decine di nomi messi in fila in un viaggio alla scoperta delle panchine rosse, simboli della lotta contro il femminicidio nell’hinterland vesuviano. Posti vuoti piazzati in ogni angolo di città e scuole per lanciare un messaggio deciso, per chi ha scelto da che parte stare. Sono gli studenti del Liceo Armando Diaz di Ottaviano impegnati nel progetto «Ziad Cafè», impegno extra scolastico nel giornalismo nel quale con un team di esperti si stanno confrontando su temi delicati in un viaggio nella professione giornalistica. Un progetto fortemente voluto dalla dirigente scolastica Fabiana Esposito che vede gli alunni impegnati in incontri a scuola durante i quali non imparano solo la tecnica della scrittura ma si confrontano e svolgono attività creative su temi delicati. Uno di questi proprio il femminicidio. All’ingresso della scuola una panchina rossa installata in occasione della giornata nazionale contro le vittime di femminicidio che per i giovani studenti è diventata il loro posto del cuore, dove riflettere, un posto vuoto dove ridisegnare l’amore vero e genuino, simbolo di rispetto. Lo hanno scritto nei loro lavori: pagine nelle quali hanno raccolto dati e storie sulle donne vittime di violenza più vicine a lori. Da Enza Avino di Terzigno a Melania Rea a Somma Vesuviana, storie di donne e dei loro incubi. «Tra i banchi del Liceo Armando Diaz di Ottaviano- scrivono i ragazzi del progetto Zaid cafè – il rosso parla forte e chiaro: all’ingresso di entrambi le sedi dell’istituto sono state posizionate due panchine rosse per ricordare le vittime di femminicidio. Un gesto semplice ma potentissimo, che porta il messaggio di rispetto e consapevolezza direttamente tra i giovani, educando ogni giorno al valore della vita e alla condanna di ogni forma di violenza. Nei paesi vesuviani, il rosso non è solo colore di allerta: è il grido silenzioso di una rete di memoria, denuncia e rinascita». E infine l’appello : «le panchine rosse sono molto più di arredi urbani: sono simboli permanenti contro la violenza sulle donne, segni visibili di una comunità che sceglie di non voltarsi dall’altra parte». Non solo femminicidio però: i ragazzi si sono confrontati sul valore dello sport partendo dai festeggiamenti per il quarto scudetto del Napoli per promuovere il rispetto delle regole, delle tifoserie e raccontate le strutture sportive accessibili e non nel loro territorio, ed infine sul tema murales analizzando le scritte che spesso compaiono sul primo megafono scolastico: le pareti delle porte nei bagni della scuola, le mura esterne alla scuola. Insomma temi vicino a loro ma spesso ignorati perché distratti. Non per il team di Zaid Cafè che continua a dare e darsi voce.
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