Passa il Ddl sicurezza, insorge l’opposizione: «Da oggi siamo tutti molto meno liberi»
CRONACA
4 giugno 2025

Passa il Ddl sicurezza, insorge l’opposizione: «Da oggi siamo tutti molto meno liberi»

metropolisweb

Finale ad alta tensione in Senato sul decreto legge sicurezza convertito in legge con 109 sì, 69 no e una astensione. Tra le proteste delle opposizioni, il provvedimento-bandiera del centrodestra è diventato legge con un nuovo voto di fiducia, dopo quello della Camera la scorsa settimana e senza modifiche rispetto al testo varato dal Consiglio dei ministri. Una giornata che si è aperta in Aula con i senatori Pd-M5S e Avs seduti a gambe incrociate al centro dell’emicliclo, con le spalle ai banchi del governo, e che si è chiusa sfiorando la rissa quando il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato Alberto Balboni ha attaccato i gruppi di minoranza sulle occupazioni abusive, le detenute madri e la vicenda Cospito (“se tra destra e sinistra c’è una differenza è questa. Mentre voi andavate a trovare terroristi e mafiosi per il 41 bis in carcere, noi eravamo in quest’aula a difenderlo”). Immediata la reazione di alcuni parlamentari che si sono diretti verso lo scranno di Balboni, fermati dai commessi prima di un ‘contatto’. Tra loro il leader di Azione Carlo Calenda che gli urla: “se vuoi fare il fascista di Colle Oppio ci vediamo a Colle Oppio. A me non puoi accostarmi alla criminalità organizzata”.  Esulta la maggioranza dopo il via libera di un decreto varato dal governo per superare lo stallo dell’iter del ddl omonimo che rischiava di fare da detonatore nella ‘gara’ tra Fdi e Lega sui temi della sicurezza e su cui il Quirinale aveva sollevato rilievi (in parte accolti nel testo dell’esecutivo). Un provvedimento blindato in Parlamento, sia a Montecitorio che a Palazzo Madama.  “Con l’approvazione definitiva del Decreto Sicurezza al Senato, il Governo compie un passo decisivo per rafforzare la tutela dei cittadini, delle fasce più vulnerabili e dei nostri uomini e donne in divisa”, ha scritto su X la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.  Il provvedimento rispecchia l’idea della maggioranza sulla sicurezza e l’ordine pubblico e prevede oltre venti tra nuovi reati ed aggravanti, le bodycam e la tutela legale per le forze dell’ordine, il reato di blocco stradale o ferroviario attuato con il proprio corpo, le norme ‘anti-Ponte’ e ‘anti-Tav’, procedure sprint per il contrasto alle occupazioni abusive, l’estensione del Daspo urbano per chi compie reati nei pressi di stazioni ferroviarie, l’equiparazione delle inflorescenze della canapa industriale alla droga, il reato di resistenza passiva in carcere e nei Cpr, ribattezzato ‘anti-Ghandi’ dalle opposizioni. Ma anche la possibilità per i servizi segreti di guidare “strutture eversive di questo paese”, fa notare in aula Matteo Renzi, che aggiunge: “La mia indignazione è a un punto senza ritorno perché mai nella storia repubblicana si era arrivati” a questo punto.  Norme contestate dall’Unione delle Camere penali, dall’Anm, e anche dalla Rete ‘no dl paura’ e da diverse associazioni della società civile che sono già più volte scese in piazza contro “l’attacco allo stato di diritto e al dissenso nelle sue diverse forme”.

Il ddl sicurezza. Sono in tutto 14 i nuovi reati che vengono introdotti e 9 le aggravanti aggiuntive. In 39 articoli il decreto sicurezza, che ha sostituito il ddl approvato in prima lettura alla Camera e poi ‘arenatosi’ al Senato anche a seguito dei rilievi sollevati dal Colle, riscrive diversi articoli del codice penale e di procedura penale, prevedendo nuovi reati che spaziano dalla resistenza passiva alla ribattezzata dalle opposizioni ‘norma anti Gandhi’, fino alla stretta sulla cannabis light, a un nuovo regime per le detenute madri e alle cosiddette norme ‘anti No-Tav e anti No-Ponte’. Anche sul fronte aggravanti si aggiungono fattispecie, come quella prevista per i reati commessi nei pressi delle stazioni ferroviarie o delle metropolitane o quelle relative alle truffe a danno degli anziani. Viene poi estesa la non punibilita’ dell’operato degli agenti dell’intelligence e si velocizzano gli sgomberi di immobili occupati. Il decreto riproduce sostanzialmente i contenuti del disegno di legge sicurezza: confrontando i testi dei due provvedimenti sono 12 su 39 gli articoli che hanno subito modifiche, anche minime, rispetto al testo originario.

Norma anti no tav. Così ribattezzata in quanto viene introdotta un’ulteriore circostanza aggravante se la violenza o minaccia a un pubblico ufficiale è commessa al fine di impedire la realizzazione di un’opera pubblica o di una infrastruttura strategica –

Le body cam. Si consente alle Forze di polizia di utilizzare dispositivi di videosorveglianza indossabili nei servizi di mantenimento dell’ordine pubblico, di controllo del territorio, di vigilanza di siti sensibili, nonchè in ambito ferroviario e a bordo treno.

Tutela legale. Viene previsto il riconoscimento di un beneficio economico a fronte delle spese legali sostenute da ufficiali o agenti di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria, nonche’ dai vigili del fuoco, indagati o imputati nei procedimenti riguardanti fatti inerenti al servizio svolto. Norma anti vandali. Se viene imbrattato un bene mobile o immobile adibito all’esercizio di funzioni pubbliche, con la finalità di “ledere l’onore, il prestigio o il decoro” dell’istituzione alla quale appartengono, si applica la pena della reclusione da sei mesi a un anno e sei mesi e la multa da 1.000 a 3.000 euro.

Resistenza passiva. Si introduce un’aggravante del reato di istigazione a disobbedire alle leggi, applicabile se il fatto è commesso all’interno di un istituto penitenziario o a mezzo di scritti o comunicazioni diretti a persone detenute; si prevede poi il delitto di rivolta all’interno di un istituto penitenziario. Viene inoltre previsto un nuovo reato finalizzato a reprimere gli episodi di proteste violente da parte di gruppi di stranieri irregolari trattenuti nei cpr. Si introduce il reato di resistenza passiva: si tratta delle condotte che impediscono il compimento degli atti dell’ufficio o del servizio necessari alla gestione dell’ordine e della sicurezza. Infine, vengono semplificate le procedure per la realizzazione dei centri di permanenza per i rimpatri attraverso la possibilita’ di derogare ad ogni disposizione di legge ad eccezione della legge penale e del codice delle leggi antimafia e dell’Unione europea.

Armi senza licenza. Si autorizzano gli agenti di pubblica sicurezza a portare senza licenza alcune tipologie di armi quando non sono in servizio.

Sim telefoniche. Norma controversa e oggetto dei rilievi del Colle, modificata rispetto al testo originario: per acquistare una sim telefonica, un migrante dovrà presentare un documento d’identità, non più il permesso di soggiorno come prevedeva il ddl e si introduce la sanzione amministrativa della chiusura dell’esercizio o dell’attivita’ da 5 a 30 giorni per i casi nei quali i gestori non osservino gli obblighi di identificazione

Servizi segreti. Dal decreto e’ saltato l’obbligo della pubblica amministrazione a collaborare con i servizi segreti.