«Sistema rifiuti» a Torre del Greco: gli spari sotto casa del consigliere che faceva le pulci alle assunzioni Nu
Torre del Greco. Si era «interessato» alla correttezza delle procedure per l’assunzione di nuovi netturbini destinati a potenziare l’organico della ditta Buttol e – proprio alla vigilia della votazione della commissione speciale d’inchiesta sui rifiuti – venne svegliato da quattro colpi di pistola esplosi sotto il balcone della sua abitazione.
L’episodio ai danni del consigliere comunale Michele Langella – già raccontato all’epoca dei fatti da Metropolis Quotidiano – è stato al centro della deposizione dell’ex sindaco Valerio Ciavolino, ascoltato come testimone nell’ambito del processo a politici e colletti bianchi in corso davanti ai giudici del tribunale di Torre Annunziata.
«Venni avvicinato dall’esponente della maggioranza Michele Langella il giorno del voto sulla relazione della commissione speciale d’inchiesta sui rifiuti – ha ricordato in aula il funzionario della Regione Campania -. Era visibilmente scosso e mi spiegò che si sarebbe astenuto a causa di un fatto avvenuto il giorno prima».
Ovvero, un attentato a colpi di pistola sotto il balcone della sua abitazione in via Litoranea. «Michele Langella mi disse che aveva provveduto a sporgere denuncia in polizia, ma che non avrebbe espresso voto favorevole alla relazione finale della commissione speciale d’inchiesta. Un peccato, perché il suo voto sarebbe stato decisivo per l’approvazione – ha evidenziato Valerio Ciavolino -. Eppure, durante le varie sedute, lo stesso Michele Langella era stato molto partecipativo e collaborativo in particolare in relazione alla questione delle assunzioni decise dalla ditta Buttol. Era convinto che la procedura seguita dalla società incaricata delle selezioni non fosse stata corretta, perché un suo conoscente, se non addirittura un suo parente, non era stato neanche convocato per partecipare al sorteggio».
Poi gli spari sotto casa convinsero il «paladino delle periferie» a scegliere un profilo basso e a non votare la relazione finale della commissione speciale d’inchiesta. Ora Michele Langella sarà convocato – verosimilmente durante le prossime udienze – al palazzo di giustizia di via Nazionale per raccontare cosa avvenne il 19 maggio del 2020 sotto il suo balcone di casa.
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