Vesuvio: patrimonio  che ha regalato tesori esposti in tutto il mondo
CRONACA
5 giugno 2025

Vesuvio: patrimonio che ha regalato tesori esposti in tutto il mondo

Alessandra Boccia

Nel cuore pulsante del territorio vesuviano si snoda un patrimonio culturale di rara densità e complessità, fatto di ville rustiche, regge borboniche, palazzi nobiliari e architetture fortificate che raccontano secoli di civiltà e trasformazioni. Le villae rusticae, disseminate tra le pendici del Vesuvio e la piana del Sarno, rappresentano un’eccellenza archeologica e produttiva della periferia pompeiana. In particolare, nel territorio di Boscoreale, le campagne di scavo condotte tra Ottocento e Novecento hanno restituito numerosi complessi rurali, come la Villa della Pisanella, le cui testimonianze decorative e materiali oggi arricchiscono le collezioni dei principali musei internazionali. Fra tutte, spicca Villa Regina, emblema della viticoltura antica, dotata di torchi, vasche di pigiatura e ambienti di conservazione del vino che rivelano un’organizzazione produttiva evoluta e specializzata. Procedendo lungo la fascia costiera vesuviana, il cosiddetto Miglio d’Oro custodisce un patrimonio architettonico unico: 122 ville monumentali, oggi riconosciute dall’UNESCO come riserva della biosfera, furono edificate tra il XVIII e il XIX secolo da architetti del calibro di Vanvitelli, Fuga, Sanfelice e Vaccaro.

Attorno alla Reggia di Portici, voluta da Carlo di Borbone nel 1738, si sviluppò un sistema di residenze nobiliari immerse in vasti giardini, oggi visitabili grazie ai percorsi del Museo Diffuso delle Ville Vesuviane e del Museo Leopardiano di Villa delle Ginestre, dove il poeta visse e scrisse alcune delle sue ultime opere. In direzione del Monte Somma, il Castello d’Alagno sorge a margine del borgo medievale del Casamale. Edificato nel 1458 per Lucrezia d’Alagno, favorita di Alfonso I d’Aragona, divenne rifugio di intellettuali e personaggi illustri, passando poi tra le mani del Principe De Curtis, meglio noto come Totò, fino all’acquisizione pubblica nel 1998. Ancora più antiche sono le origini del Palazzo Mediceo di Ottaviano, oggi sede dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio: risalente all’età longobarda, ospitò papi e principi, tra cui don Bernadetto de Medici che ne fece il fulcro del feudo nel Cinquecento. Questi luoghi, diversi per epoca e funzione, costituiscono le tessere di un mosaico identitario che testimonia la continuità storica, produttiva e culturale di un territorio unico al mondo, dove la presenza viva del vulcano ha plasmato l’economia, l’arte e la memoria collettiva.