Cambiare il presente, gli studenti dell’Università di Salerno su comunicazione e giustizia sociale
CRONACA
9 giugno 2025
Cambiare il presente, gli studenti dell’Università di Salerno su comunicazione e giustizia sociale
metropolisweb

Il 22 maggio 2025, l’Aula ScC9 dell’Università degli Studi di Salerno si è trasformata in un luogo vivo di confronto, ascolto e riflessione. L’evento “Comunicazione, Sostenibilità, Giustizia Sociale”, inserito nel Festival dello Sviluppo Sostenibile promosso da ASviS, ha dato spazio non solo alle voci di giornalisti ed esperti, ma soprattutto a quelle degli studenti, veri protagonisti di una giornata che ha intrecciato il potere delle parole con la responsabilità della cittadinanza. Moderato dalla prof.ssa Emiliana Mangone (Università di Salerno), il dibattito si è aperto con l’intervento di Francesca Cubeddu (IRPPS – CNR), che ha espresso la propria gratitudine a tutti gli ospiti e in particolare agli studenti che l’hanno affiancata in ogni fase dell’organizzazione: “Una collaborazione non scontata in questo particolare periodo storico.” L’evento è stato curato e proposto dalla stessa prof.ssa Cubeddu, in qualità di docente del corso di Comunicazione Giornalistica Multimediale, e ha visto la partecipazione attiva dell’Associazione Libera come partner ufficiale, a rafforzare il legame tra educazione alla legalità, narrazione responsabile e cittadinanza attiva. Sul palco si sono poi alternate le voci autorevoli della giornalista Adalgisa Marrocco (HuffPost Italia), della docente Lucia Picarella (Università di Foggia) e di Riccardo Christian Falcone, referente del Coordinamento provinciale di Libera a Salerno. La seconda parte dell’incontro ha lasciato spazio ai progetti multimediali realizzati dagli studenti del corso in Comunicazione Giornalistica Multimediale. Cinque lavori, cinque chiavi di lettura del presente. In ogni gruppo, oltre alla competenza tecnica, è emersa una consapevolezza sorprendente: non basta raccontare, bisogna avere il coraggio di prendere posizione. Il primo progetto ha messo a fuoco il tema del riutilizzo dei beni confiscati alle mafie. Curato da Andrea De Prisco, ha mostrato come la restituzione sociale dei patrimoni illeciti possa diventare una leva concreta per il cambiamento. “Ridare vita ai luoghi attraverso i beni confiscati è un gesto di resistenza e ricostruzione,” ha sottolineato Picarella.Marrocco ha ricordato che “certe realtà non sono eccezioni: fanno parte di tutto il Paese.”Falcone ha rilanciato con fermezza: “Bisogna mettere le mani nelle tasche dei mafiosi.” Il secondo lavoro, realizzato da Virginia Scarfato, ha trattato le contraddizioni della transizione ecologica e il futuro negato di una generazione cresciuta tra slogan green e politiche in ritardo. “Un miliardo di giovani entro il 2030 rischia di vivere le conseguenze di tutto ciò che non abbiamo fatto funzionare fino ad adesso,” ha avvertito Marrocco.”La questione fondamentale sono i modelli di sviluppo,” ha aggiunto Falcone, invitando a ripensare le fondamenta economiche della società. Il terzo gruppo – Rossella Noschese, Benedetta Rossi, Anna Santaniello e Sara Scarpa – ha affrontato con delicatezza e coraggio il tema della salute mentale tra i giovani, spesso ignorata o semplificata. “La loro domanda è fondamentale: quella che pongono è una questione individuale o un problema sistemico?” ha chiesto Mangone.Picarella ha ricordato che “la seconda causa di morte tra i giovani è legata al disagio psicologico,” aggiungendo: “Non riusciamo a fare ciò che lo standard ci impone. Non ci sentiamo all’altezza.” Mangone ha ribadito: “Forse bisogna tornare a una relazione meno mediata.”E Marrocco ha concluso: “Nonostante se ne parli di più, ancora tanto bisogna fare.” Il quarto progetto, “Italia diseguale” di Domenico e Vincenzo De Vivo, ha scattato una fotografia cruda ma necessaria di un’Italia ancora profondamente divisa tra Nord e Sud, tra opportunità e abbandoni. “La foto di un Paese reale è quella di una frattura aperta,” ha dichiarato Marrocco.Picarella ha parlato di responsabilità civica: “È una questione di dignità. I ragazzi non sanno cosa faranno. Siate coscienti quando andate a votare.”Falcone ha aggiunto: “Il problema è strutturale. Riguarda tutta la società italiana. Le condizioni di minoranza non vanno solo tollerate, ma riconosciute.” Infine, Francesca Mori, Nadia Passarelli, Francesca Pia Pezzella e Chiara Spano hanno chiuso la sessione con un progetto sull’intelligenza artificiale e il lavoro creativo umano, interrogandosi sul futuro della professionalità e sull’impatto delle nuove tecnologie. “La tecnologia non è né buona né cattiva, ma non è neanche neutrale. L’idea di un futuro in cui comanderanno le macchine è distopica,” ha dichiarato Falcone.”Prendete posizione. La macchina non ci sostituisce,” ha ammonito Picarella.Marrocco ha lasciato il pubblico con un’immagine densa di senso: “Non facciamoci sovrastare dalle cose, ma attraversiamole.” La comunicazione, quando è consapevole e condivisa, non è uno strumento inerte. È politica. È etica. È trasformazione. E se ad agire sono gli studenti, vuol dire che la cittadinanza futura è già qui: lucida, fragile, ma profondamente viva. Hanno parlato di criminalità, ambiente, salute mentale, disuguaglianze e tecnologia. Non da esperti, ma da cittadini. Non da spettatori, ma da protagonisti. E in ogni loro frase, in ogni progetto, c’era una domanda che riguarda tutti noi: che mondo stiamo lasciando? E quale vogliamo costruire?