Portici, sedicenne massacrato dal branco per un saluto alla ex di un coetaneo
Portici. L’istituzione della «zona rossa» non ferma i teppisti del Granatello: nuovo scontro tra bande di giovanissimi, sedicenne finisce al pronto soccorso dell’ospedale. Ancora un episodio di violenza lungo la banchina del porto di Portici, abituale punto di ritrovo – in particolare, durante il periodo estivo – della movida cittadina e non solo. Come ricostruito dalle forze dell’ordine giunte sul posto dopo l’allarme lanciato da alcuni testimoni della rissa, un sedicenne – in compagnia di un gruppo di amici – sarebbe stato prima inseguito e poi pestato a sangue da un coetaneo.
A innescare l’aggressione shock – andata in scena sotto lo sguardo attonito di decine di testimoni – sarebbe bastato, secondo le prime informazioni raccolte dagli uomini in divisa, un semplice cenno di saluto rivolto a una ragazza proprio davanti all’ex fidanzato della giovane. Accecato dalla gelosia, il giovane ha inseguito – insieme a diversi amici – il sedicenne, aggredendolo con un violento pugno in pieno volto, mentre gli altri del branco impedivano agli amici di intervenire.
Il ragazzo ha riportato una lesione sotto l’arcata oculare che ha richiesto dieci punti di sutura e diverse fratture maxillo-facciali che necessitano di un intervento chirurgico. È attualmente ricoverato all’ospedale Agostino Maresca di Torre del Greco, ma potrebbe essere trasferito al Cardarelli o all’ospedale del Mare per essere sottoposto a un delicato intervento chirurgico.
«Un ragazzo esce con gli amici e rischia di non tornare più a casa – racconta, indignata e spaventata, la zia del sedicenne, rivolgendosi su Facebook al deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli – oppure ci torna massacrato. Ma in che razza di mondo viviamo? Non possiamo più assistere impotenti a questa deriva violenta».
Duro il commento del deputato Francesco Emilio Borrelli e quello del consigliere comunale di Europa Verde di Portici Aldo Agnello: «Non c’è più tempo. Ogni giorno che passa senza che si mettano in campo misure efficaci contro violenza e delinquenza, intensificando i controlli e aumentando agenti e pattuglie, è un giorno in più in cui rischiamo di vedere morire un giovane. I dati parlano chiaro: c’è una guerra in corso, ma il Governo ha deposto le armi. Parlano di inasprire le pene, ma solo a parole. Intanto le forze dell’ordine operano in numero insufficiente, e mancano soprattutto interventi rieducativi per ragazzi troppo immersi nella cultura della violenza e della sopraffazione». @riproduzione riservata


