Referendum, flop totale: affluenza ferma al 30%, il centrodestra esulta
Referendum, il flop è servito. La battaglia sui quattro quesiti relativi al lavoro e quello sulla cittadinanza si ferma al 30%. Vince il partito dell’astensione e soprattutto il centrodestra che aveva invitato ad andare al mare. Escono con le ossa rotte il Pd, i Cinque Stelle e la Cgil che, invece, avevano puntato tutto sul risultato referendario.
Il dato campano. La Campania si è piazzata alla decima posizione per percentuale di votanti al referendum abrogativo su cinque quesiti in materia di disciplina del lavoro e cittadinanza. Nove regioni hanno superato il 30 per cento, mentre la Campania è rimasta sotto la soglia seppur per pochissimo. In Campania ha votato il 29,85 per cento degli aventi diritto. Subito dietro l’Abruzzo con il 29,76 per cento e la Valle d’Aosta con il 29,04 per cento. Ad eccezione di Volla, dove il quorum per il referendum è stato superato (51,93 per cento), è Portici il comune del Napoletano più virtuoso nella disastrata fuga dalle urne che hanno caratterizzato il voto dell’8 e 9 giugno su cinque quesiti in materia di disciplina del lavoro e cittadinanza. A Portici ha votato il 42,50 degli aventi diritto; segue subito dopo San Giorgio a Cremano con il 42,15 per cento delle preferenze. Entrambi i comuni sono storicamente retti da giunte di centrosinistra. Giugliano in Campania, terza città della regione dopo Napoli e Salerno, si e’ fermata al 30,29 per cento. Poco meglio ha fatto Ercolano con il 31,02. Poco più del 30%, invece, a Castellammare. Non hanno superato la soglia del 20 per cento i comuni di Lettere (17,66 per cento), Anacapri (18,47 per cento) e Capri 19,63 per cento).
Gli sconfitti. Esulta il centrodestra analizzando i dati che arrivano dai seggi. “Il mancato raggiungimento del quorum – dichiara Fratelli d’Italia – segna la sconfitta politica del Pd, dei Cinque Stelle e anche della Cgil che avevano puntato tutto sui cinque quesiti referendari”. Esultanze anche smodate, in alcuni casi, quelle del centrodestra con il ministro leghista Salvini che afferma: “Vittoria netta, a dimostrazione che la cittadinanza non può essere un regalo”. Conte e Schlein, invece, chiedono “rispetto per i 15 milioni di elettori che sono andati al voto”. Ma nel Pd inizia la resa dei conti. Se Francesco Boccia parla di “grande successo elettorale”, l’europarlamantare Pina Picierno ammette che si è “trattato di un grande regalo a Meloni e al centrodestra”. Posizione condivisa anche da altri esponenti del partito che ora chiedono un confronto.
La difesa della Cgil. “E’ un buon dato quello che caratterizza il voto ai referendum in Campania. Significativi i risultati, con oltre il 50% di votanti a Volla e oltre il 40% a Portici, San Giorgio a Cremano e Pomigliano. Napoli, con il 31%, si conferma una città molto coinvolta nei processi democratici rispetto a molte aree della regione, registrando un dato superiore a quello nazionale. Nel 2021, in occasione delle Comunali, si recarono alle urne il 33,72% degli aventi diritto e si votava in due giorni”. È quanto afferma il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci commentando l’esito dei referendum su lavoro e cittadinanza. “Non aver raggiunto il quorum – sostiene Ricci – non è una ‘sonora sconfitta’, come vuole far credere quella parte politica che le ha tentate tutte in queste settimane mettendo in campo persino la Presidente del Consiglio. Insieme a tante associazioni e partiti politici abbiamo rinvigorito la democrazia, abbiamo fatto un’esperienza importante, conosciuto tanti giovani impegnati nel civismo attivo e nelle realtà che operano nel sociale, ribadendo che votare è sempre il vero atto rivoluzionario da fare in un Paese democratico”. “Questo voto e il consenso ricevuto – continua Ricci – ci consegna una nuova consapevolezza: ci spinge, con la coerenza delle battaglie e delle proposte di questi anni, a fare di più. Va ricordato che la Cgil per la prima volta si è misurata su un terreno squisitamente elettorale e grazie alle alleanze con i movimenti e le associazioni, le sinergie con la politica e le battaglie per la pace e contro l’autonomia differenziata, questo voto referendario ha rimesso il lavoro al centro di un nuovo modello economico e sociale. Il voto di milioni di italiani e quello registrato a Napoli e in Campania ci incoraggia a lavorare contro la disaffezione e l’indifferenza, ma soprattutto ad incalzare questo governo affinché si affrontino in modo serio e partecipato i tanti problemi del mondo del lavoro e i tanti bisogni inascoltati”.


